Nonostante il volto un po’ teso nella conferenza stampa di ieri, Roberto Maroni, segretario della Lega Nord e candidato ora piu’ forte alla Regione Lombardia, può essere soddisfatto e infatti si dice “molto soddisfatto” dell’accordo raggiunto con Silvio Berlusconi e il Pdl. Dal suo punto di vista, Maroni ha infatti ottenuto tutto quello che poteva ottenere da Berlusconi: il sostegno del Pdl alla sua candidatura in Lombardia, il passo di lato di Berlusconi dalla corsa alla premiership, la promessa ovviamente elettorale del 75 per cento delle tasse da “tenere” al Nord, l’immagine del leader che ha imposto qualcosa e qualcuno a Berlusconi e al Pdl. Certo, non ha ottenuto il ritiro della candidatura di Gabriele Albertini in Lombardia, ma Albertini e’ un leader che sta in piedi da se’, dunque Maroni non poteva e non può ottenere da Berlusconi il passo indietro dell’ex sindaco e quindi la corsa di Maroni non è scontata in Lombardia. Anche perché resta da capire come voterà e si dividerà l’elettorato vicino a Comunione e liberazione e al presidente uscente Roberto Formigoni. L’ipotesi più probabile e’ che si divida in due grossi gruppi: gran parte, quella più di centrodestra, voterà Albertini, qualunque sia l’indicazione di Formigoni, l’altra, più di centrosinistra, convergerà su Umberto Ambrosoli, la terza porzione, la più esigua, accetterà non di buon grado di votare Maroni. Dalla consistenza di questi tre gruppi di elettorato ciellino in Lombardia dipende l’esito del voto e il futuro della Regione.