Come previsto e prevedibile, Silvio Berlusconi ha in mente una e una sola cosa: convincere il premier Mario Monti a prendere la leadership dello schieramento moderato. Lo ha detto a Maurizio Belpietro, spiegando perché la non candidatura è una non novità. Il problema, per lui e per il centrodestra, è che il programma – Monti leader dello schieramento moderato – non è vasto, è irrealizzabile, perché Monti non accetterà. Dunque che si fa?
L'altro problema è che il cosiddetto "passo indietro" non c'è e non c'è mai stato, sebbene fosse prevedibile e previsto, perché in realtà non c'è stato alcun passo avanti. Nell'ultimo periodo Berlusconi ha fatto dire, ha sussurrato, ha lasciato che dicessero, ma non è salito su alcun predellino per dire: si riparte o no. Oggi dice che il passo indietro ci sarà, anzi c'è, e un ripensamento no, non è possibile. Ma è già (non) successo un po' di volte no? Dunque che si fa?
Finché Berlusconi non farà una cosa chiara e netta, il centrodestra si baloccherà nella sua lenta agonia con i berlusconiani che furono intenti a dare e fare del loro peggio per la paura che si chiama "voto che si avvicina e seggio che si allontana". L'unica soluzione possibile per il Pdl, ma anche per il centrodestra in generale ma anche per il centro-centrodestra magari ricomposto in una fase postberlusconiana, è fare le primarie perché le primarie sono lo strumento migliore per parlare di politica e tirare fuori le idee e gli attributi dei potenziali leader (per il bene e il futuro di un partito).
Anche per Berlusconi l'unico modo per ritagliarsi il ruolo da padre nobile (e far sì che i leader dell'area di centro-centrodestra gli credano) è indire le primarie, possibilmente primarie del centro-centrodestra, e guardarle dal di fuori.
Ps. Dicono però che Pierferdinando Casini non si fidi del (non) passo indietro. Per forza, non lo ha messo in pratica il diretto interessato, Berlusconi, l'ha solo lasciato dire o supporre e detto in un contesto di condizioni non verificabili. E' diverso da un predellino al contrario. E' tattica – per togliere alibi a Casini – non un fatto.
Ps II. Proviamo a immaginare l'attuale scenario politico senza Matteo Renzi alle primarie del centrosinistra. Ecco, appunto, la risposta.