Berlusconi, i colonnelli e l’isolamento del continente

Oggi un giornale titola: i colonnelli isolano Berlusconi. Sentendolo alla rassegna stampa di Radio radicale, una rassegna stampa insolitamente rispettosa degli orari "per una volta", mi è venuta in mente una notizia simile: nebbia sulla Manica, continente isolato. Ora, e' chiaro che il silenzio ostinato (sul futuro) di Silvio Berlusconi e la sua attuale tendenza all'inazione sono fattori politicamente insostenibili nel breve periodo per il Pdl da dividere, da rottamare, da formattare, da rifondare. Ma questi fantomatici colonnelli, a parte una pronta capacità alla cooptazione nella corte berlusconiana, quale ambizioso progetto hanno mai avanzato nel presente e nel passato più o meno recente? Certo, Angelino Alfano ha tentato da segretario di dare al Pdl l'immagine di un maturo partito moderato, liberale come termine non si porta più tanto, e oggi ne raccoglie i frutti in termini di consenso personale. Ma quanti e quali colonnelli gli hanno davvero dato una mano? Quali idee e programmi sfolgoranti hanno proposto per il futuro? Quale colonnello ha davvero avuto il coraggio di sfidare (anche) il capo per meritarsi oggi i grado di generale? Troppo facile, ora, mugugnare. Facile e poco produttivo. Per rifondare il centrodestra serve che qualcuno abbia il coraggio della prima linea, non la pigrizia del lamento retroscenista. Nonostante tutto, dall'altra parte sono messi molto meglio.

  • marco Palmisano |

    Spett Redazione,
    il presidente Berlusconi ha tutto il diritto di aspettare il momento più opportuno per ridare forma e vita al Centro destra Italiano.
    I malumori dei colonnelli del PDL sono comprensibili ma molto di più vale la decisione del presidente Berlusconi il quale ha dalla sua l’intelligenza e la primogenitura di questo centro destra italiano che senza di lui sarebbe già scomparso 19 anni or sono..
    Cordialmente
    Marco Palmisano

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