Ecco il momento “x” di Silvio Berlusconi

Qualche tempo fa era il momento "x" per Pierluigi Bersani, il segretario del Partito democratico. Sì, c'è stato un momento in cui tutto dipendeva da lui. E infatti Bersani, di riffa o di raffa, alla fine e in qualche modo, ha agito: carta d'intenti, patto con Nichi Vendola, via alla campagna elettorale per le primarie, addio Antonio Di Pietro, apertura di dialogo per il post voto con l'Udc di Pieferdinando Casini, che intanto agisce da motore più o meno mobile della Lista Monti. Lo schema può piacere o no ma c'è.

Certo, nel centrosinistra molte cose sono ancora in divenire. Certo, al centro l'affollamento è forte, quasi quanto ai nastri di partenza delle primarie, anche se nel polo di mezzo non c'è ancora un leader che ha annunciato davvero di correre da candidato premier: tanti soggetti politici, nessun soggetto singolare. Però appunto a chi non c'è (ancora) non si può chiedere di decidere.

Non c'è dubbio, la gara delle primarie del centrosinistra è ancora molto incerta sotto quasi tutti i punti di vista, tanto che non si capisce nemmeno se alla fine le primarie ci saranno e se saranno di coalizione e/o di partito. Perfino la logica delle alleanze nel fronte neoprogressista non appare sempre così stringente e convinta di questi tempi, ma insomma la barca va e Bersani, quando era il suo momento del suo agire e del suo decidere, un po' ha agito e qualcosa ha deciso.

Ecco, ora è il momento di Silvio Berlusconi. Il Cav. forse sperava e spera di avere ancora un po' di tempo prima di decidere e di agire. Lo ha fatto capire qualche giorno fa con le sue dichiarazioni mentre s'imbarcava per la crociera dei lettori del Giornale, quando ha detto che non aveva e non ha ancora deciso se candidarsi in prima persona perché non c'erano ancora le condizioni per una scelta.

In quel momento Berlusconi si riferiva alla nuova legge elettorale e forse anche alla sotterranea speranza di molti, nel centrodestra, che dal governo Monti, che sia il premier o qualche ministro, arrivi un papa straniero a togliere le castagne dal fuoco dello stallo.

A parte che per uscire dallo stallo Berlusconi avrebbe un modo semplicissimo: le primarie del centrodestra e/o del Pdl, ora le condizioni, quelle della tempesta perfetta che parte dal Lazio, sembrano proprio arrivate. Il caso della Regione della capitale colpisce al cuore del problema dei nostri giorni – i costi della politica – e al centro dei due polmoni che finora hanno dato vita al Pdl, ovvero gli ex Forza Italia e gli ex Alleanza nazionale. Per di più il tutto colpisce una Regione guidata da una governatrice che negli ultimi tempi sembrava sensibile più a istanze centriste che centrodestrorse.

Inoltre, anche per il Comune di Roma, guidato dall'ex An, Gianni Alemanno, le elezioni sono alla viste, così come per la martoriata Sicilia, oltre ovviamente alle politiche dell'anno prossimo.

Mentre nel settentrione la nuova Lega/Csu di Roberto Maroni con gli Stati generali del Nord riprende il cammino postpadano. Tutti o quasi i protagonisti hanno uno schema di gioco, anche il Matteo Renzi che va sempre più forte nei sondaggi interni in vista delle primarie. Dunque, stavolta tocca a Berlusconi. Per non continuare a subire, per frenare la tempesta perfetta e il fuggi fuggi, per non perdere ogni spazio di manovra, per non trovare tutte le caselle occupate dagli altri, perché ha quasi sempre agito un attimo prima che gli implodesse il tutto in mano, in queste ore Berlusconi sta davvero decidendo il futuro politico suo e del suo partito, per questo cerca di frenare Renata Polverini sulla via delle dimissioni, per guadagnare qualche ora di riflessione in più. Ma ormai il tempo del silenzio è politicamente agli sgoccioli.

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  • vito |

    All’inizio del 4 paragrafo leggesi “Ecco, ora è il momento di Silvio Berlusconi.”.
    Brilla per anacronismo la sua liberta’ di pensiero, Sig. Bellasio.

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