Diciamo la verità, forse non usciranno dal Pdl, ma per gli ex An il Lazio è troppo importante: è naturale che un po' scalpitino, che vogliano capire, che chiedano di partecipare alle decisioni, che pensino a contrattaccare proprio ora che tutto quel che resta del loro potere sembra in gravi difficoltà. Almeno in queste ore.
Mettiamoci nei loro panni, hanno come unica consolazione il fatto che anche Futuro e libertà, la creatura finiana, di questi tempi, non se la passa proprio benissimo. Sono privi di un leader carismatico indiscusso – il fratello interista Ignazio Larussa mi perdonerà – l'unico che hanno, di leader possibile, cioè Gianni Alemanno, fa il sindaco di Roma e peraltro anche lui non se la passa proprio benissimo, mentre le elezioni del 2013 si avvicinano.
Il Pdl è in crisi e in silenzio. Silvio Berlusconi non ha chiarito che cosa intenda fare, si candida, non si candida, chi candida. La legge elettorale è tutto fuorché un argomento facile da trattare da qualunque punto di vista di questi tempi e per molti ex An la permanenza del Porcellum è la cosa migliore.
Il Lazio, poi, appunto, è troppo importante perché è storicamente e tradizionalmente la Regione del consenso, dell'influenza, della presenza sul territorio. Per questo Alemanno è diventato sindaco, per questo oggi Francesco Storace, mentre Renata Polverini sembra più attirata dai richiami centristi, torna ad avere un ruolo nella partita.
La tentazione a destra del Pdl è in sostanza quella di usare il lungo anno elettorale per le politiche, per il Comune di Roma e poi forse anche per la Regione Lazio per creare un soggetto politico rifondando qualcosa di simile ad An. I partiti, in Italia, nascono spesso sotto elezioni. Non capita, ma se capita…