Fermare il declino, ovvero il gruppo di economisti e non solo raccolti da Oscar Giannino attorno a un manifesto appello che auspica discontinuità nella politica soprattutto economica del nostro paese, chiede con una nota quattro chiarimenti all'Udc e li definisce "Quattro problemi seri per l'Udc".
"A proposito degli accostamenti che sono stati fatti tra l'iniziativa di Fermare il declino e le scelte prese dall'Udc a Chianciano – è l'esordio – sottolineiamo che per noi sono dirimenti quattro questioni:
1) un forte rinnovamento della politica, impegni espliciti nei meccanismi di selezione della classe dirigente, vincoli per i quali non si possa dire una cosa a Roma e una Palermo;
2) un energico mutamento nella politica economica, con proposte serie per abbattere il debito statale con cessioni pubbliche e retrocedere tagli di spesa in meno imposte a lavoro e impresa, vincolante per noi insieme alle 10 proposte programmatiche che abbiamo presentato;
3) ridefinire lo Stato, il suo perimetro e le sue mille articolazioni inefficienti, dal socialismo municipale al sottobosco degli enti statali;
4) cambiare le persone: senza evidenti discontinuità nel ceto politico, non si dà una risposta credibile alla protesta di massa della società italiana".
Nella nota non c'è alcun riferimento al governo Monti e alla sua agenda, ma la nota di Fermare il declino sembra voler sottolineare quattro valli non di poco conto, dal punto di vista programmatico, nel dialogo con l'Udc. Non è una porta chiusa al dialogo, certo, ma Fermare il declino ribadisce che "su questi quattro punti, l'Udc a Chianciano non ha ancora dato risposte. Continuiamo dunque per la nostra strada. Non c'è molto tempo. Se i partiti credono di affrontare il declino dell'Italia con modesti aggiustamenti, saranno gli elettori a svegliarli".