Se la Lega finisce agli stracci, il problema non è solo della Lega

Forse c'è da iniziare a ricredersi sulla Lega nord. Mi spiego. Fino a qualche giorno fa ero convinto che in fondo la Lega fosse una cosa diversa. D'accordo, c'è una problematica successione tra leader in atto. C'è un inevitabile ricambio generazionale cui dare corso. Ci sono le inchieste, le polemiche, le espulsioni, le ripicche, i regolamenti di conti passati. Ma la Lega è diversa. Può tenere. Può restare compatta. In fondo ha un leader amato, nonostante tutto, pronto a fare il ruolo del padre nobile, in cambio di qualche accortezza nel trattamento di alcune questioni politico-famigliari. In fondo ha un leader più giovane e stimato, pronto a guidare la Lega nord 2.0, dopo aver ben svolto il compito di ministro dell'Interno.

Ma forse ora qualche dubbio mi viene. Se continua così il tutto, anche la Lega rischia di fare una fine molto simile a quella del Partito socialista degli anni di Tangentopoli: portare alla crisi esiziale di un movimento e al vuoto politico di rappresentanza per ampi strati della popolazione.

Tra purghe, dossier, richiami all'onore e all'orgoglio, volano stracci più che coltelli, sulla testa di un elettorato di militanti e/o di semplice voto d'opinione che rischia di essere soltanto disgustato e attratto dall'antipolitica ancora più antipolitica, dal populismo ancora più populismo (perché c'è sempre qualcuno più antipolitico e populista di te) o dalla semplice e rassegnata astensione.

Il fatto che un partito importante (con i radicali, che però sono stati eletti nel Pd, il più antico presente in Parlamento) si avviti in una crisi così seria dovrebbe essere motivo di riflessione non soltanto per chi simpatizza per la Lega, ma anche per chi non simpatizza affatto. Perché la rappresentanza di istanze politiche comunque presenti nel paese è un elemento importante per la tenuta del sistema.

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  • Nicola Fusco |

    Se capisco bene, l’elemento importante per la tenuta del sistema è che ci sia chi rappresenti, ma solo apparentemente, cioè senza minimamente darvi corso, le istanze secessioniste del Nord?
    E questa cosa si chiama “politica”?

  • Daniele Bellasio |

    Mi scuso per la scarsa chiarezza, io in realtà, in questo specifico breve spunto, intendevo riferirmi al paragone poi esplicitato con la crisi di altri partiti nel più o meno recente passato.

  • aldo |

    lei inizia: Fino a qualche giorno fa ero convinto che in fondo la Lega fosse una cosa diversa.
    Con le idee, il razzismo, la goffaggine, e la rozzezza che negli ultimi 10 anni hanno dimostrato in ogni loro uscita e sparata (buffonate, non politica) come si fa a dire che”in fondo fosse una cosa diversa” in senso positivo?

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