La Lega può staccare la spina di questo governo, o almeno contribuire a farlo assieme ad altri fattori, ma sicuramente non accenderà la luce del prossimo.
Lungo vertice del partito guidato da Umberto Bossi oggi in via Bellerio a Milano. Le decisioni prese per l'immediato si sapranno nelle prossime ore, forse nei prossimi minuti, ma quel che pare certo è che, in caso di caduta di questa maggioranza, la Lega Nord non farà parte della prossima. Perché?
Perché il partito ha bisogno di rifiatare dopo i prezzi di popolarità pagati ultimamente per il sostegno indefesso al governo Berlusconi (ecco perché c'è chi, come fa il direttore di Europa Stefano Menichini su Facebook, dice che proprio la Lega avrebbe ora la maggior convenienza nello staccare la spina); la Lega ha bisogno di rifiatare anche per le liti interne e per qualche centralismo democratico di troppo imposto dal cerchio magico bossiano all'intera forza politica.
Ed è meglio rifiatare all'opposizione, soprattutto se il governo sarà costretto a riformare le pensioni, cioè a toccare il vero grande tabù per la Lega e il suo elettorato. Se poi il governo è tecnico, la Lega pare proprio allergica.
La Lega di lotta, salvo un accordo in extremis per un governo Alfano-Maroni, sempre più improbabile (e che comunque rischierebbe di spaccare il partito), prenderà dunque il posto di quella di governo per meglio prepararsi alle elezioni.
L'unico problema, per Umberto Bossi e compagni, è la legge elettorale e il relativo referendum incombente. C'è da scommettere che, anche non facendo parte di alcuna maggioranza, la Lega cercherà di ritagliarsi un ruolo in qualunque possibile trattativa su un'eventuale riforma tesa a evitare il referendum.