Oggi era (quasi) previsto un vertice europeo sulla Grecia e sui problemi dei debiti sovrani. Poi, però, è saltato. Perché? Come spesso capita di questi tempi, la colpa è stata data alla Germania di Angela Merkel, in difficoltà nei sondaggi di popolarità.
Quasi sempre, di questi tempi, leggiamo titoli del tipo: "Berlino frena…". La politica tedesca vive in effetti uno strano periodo di vaghezza. Nel senso che non è chiara la direzione che la Germania vuole prendere. Vuole o no assumere una leadership efficace sull'Europa?
I fondamentali dell'economia, la storia recente e la relativa stabilità farebbero di Berlino la naturale capitale della leadership europea, ma Berlino sembra almeno in parte defilarsi dal ruolo: più brava a frenare che a guidare, più attenta a dare saggi suggerimenti che non a timonare l'Unione europea.
Ma non ha tutti i torti la Germania, quando il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ribadisce, durante una conferenza stampa, che la cancelliera Merkel non vede proposte per la soluzione della crisi dell'euro in grado di giustificare la convocazione di un vertice straordinario dell'Ue. L'unica vera idea che circola è quella degli eurobond, per il resto c'è quasi il vuoto. Perché?
Perché tutti sanno che l'unica possibile soluzione per la crisi politico-finanziaria europea può arrivare dal rafforzamento dell'unione politica a fianco di quella monetaria, ma politiche deboli non sanno rafforzare la politica, è lapalissiano.