Right or wrong, it’s my big society. Cameron fa discutere WSJ ed Economist

I periodi di crisi sono sempre periodi di cambiamenti. I periodi di cambiamenti hanno bisogno di punti di riferimento precisi, magari di cornici, ovviamente non ideologiche, ma sicuramente programmatiche che sappiano dare qualche garanzia di razionalità in più rispetto alla semplice, singola buona idea. Ecco, pare che in giro di cornici programmatiche, in Europa e non solo, ce ne siano ben poche. Una però, giusta o sbagliata, seria o faceta, c'è e circola e pian piano si sta imponendo almeno come tema di dibattito. David Cameron, primo ministro inglese, propone una cosa semplice: meno stato e più società. L'Economist un po' lo critica (non è un granché) perché sostiene che quello di Cameron è soltanto un modo per nascondere tagli alla spesa e perché sottolinea i rischi del "volontarismo", cioè lo sconfinamento nella demagogia. Rischio indubbio. Il Wall Street Journal, convinto del fatto che in tempi di deficit pazzeschi affamare un po' la bestia (lo stato) non è poi così male, anzi, lo innalza al punto di titolare "How Britain Can Lead the World" un articolo peraltro scritto dal capo della sede di New York dell'Economist, Matthew Bishop, e Michael Green. Il programma è vasto, il dibattitto all'inizio e il giudizio, meglio, sospeso, ma almeno la cosa c'è, chiamatela "vision", programma o piano o cornice, però c'è. Anche solo per questo, bravo Cameron.