Quel che c’e’ di nuovo sul fronte occidentale e’ un’America sulla difensiva. Speriamo in bene

Quel che c’e’ di nuovo sul fronte occidentale e’ un’America sulla difensiva. Speriamo in bene

Quel che stupisce di una strategia di politica economica basata soltanto sulla debolezza della moneta per favorire le esportazioni e’ la sua natura prettamente difensiva. La constatazione stupisce ancora di più se riguarda gli Stati Uniti d’America. L’impressione che deriva dalle dichiarazioni del segretario al Tesoro, Tim Geithner, quando chiede ai maggiori paesi esportatori, come Cina e Germania, di ribilanciare le loro economie rafforzando la domanda interna, e’ quella di un paese con una leadership che non ha una propria e convinta strategia di rilancio e sviluppo. L’Amministrazione Obama da’ cosi’ l’idea di essere poco convinta dei mezzi degli Stati Uniti per riprendere con forza la via della crescita. Insomma, per la prima volta nella storia recente l’America appare come poco sicura di se’, incerta sul proprio avvenire: più che l’audacia della speranza mostra il lato pessimista della propria natura di grande paese. Questa sensazione, almeno cosi’ appare da lontano, sara’ decisiva nelle prossime elezioni di meta’ mandato. Questa sensazione lascia intimorita gran parte dell’occidente, perche’ quando la leadership americana appare opaca e’ difficile trovare altre luci che illuminino la via. L’Europa puo’ garantire un’area di relativa e faticosa stabilita’, puo’ favorire processi virtuosi nelle economie degli stati membri, ma le sue divisioni interne e la carenza di una forte leadership unitaria non le permettono di assumere davvero un ruolo di guida.

Come se ne esce? L’America potrebbe decidere di puntare sui paesi in via di sviluppo più sensibili e inclini a un patto con Washington, come l’India, sempre tenendo aperta la porta del dialogo con la Cina. L’Europa potrebbe favorire questo sviluppo approfondendo la collaborazione con la Russia, magari anche accelerando i processi di piena democratizzazione dell’orso russo. E’ certo che questa crisi che si sta pericolosamente trasformando in una serie di contenziosi valutari e commerciali avra’ profonde implicazioni geopolitiche, cioe’ modifichera’ gli equilibri in vista del prossimo ordine mondiale. Speriamo in bene.