La fortuna strategica di #Renzi

La fortuna strategica di Matteo Renzi è notevole di questi tempi e magari non è soltanto fortuna, ma anche scaltrezza tattica.

Primo punto: la vicinanza di Angelino Alfano, e dunque il sostegno del Nuovo Centrodestra, è più forte sul fronte della coalizione di governo quanto più è debole la vicinanza di Silvio Berlusconi, e dunque il sostegno di Forza Italia, sul fronte dell’intesa per le riforme. Meglio detto: se Berlusconi si allontana da Renzi sulle riforme, Alfano si avvicina; se Berlusconi si avvicina, allora Alfano è un po’ più tiepido. E’ questione di distinzione tattica tra le due forze politiche di centrodestra anche in vista delle europee. E in fondo fa gioco a Renzi che si trova a poter fare la classica politica dei due forni o delle alleanze variabili, che dir si voglia.

Secondo punto: nel frattempo si sta via via davvero creando un gruppo di pentastellati dissidenti che potrebbe, in caso di urgenza, perfino rimpinguarsi e sostenere il governo Renzi. E qui i forni diventano addirittura tre.

Sullo sfondo, poi, la minaccia elettorale. Con una legge già approvata da un ramo del Parlamento potrebbe non essere proibitivo poter minacciare di andare al voto dopo rapida correzione (rendendola utilizzabile anche per il Senato) e approvazione della nuova legge elettorale.