Eppure il bi-tripartitismo resta la prospettiva

Proprio ora che i poli sono almeno tre – Renzi, Grillo, Berlusconi – e proprio ora che si va al voto con un sistema proporzionale, dunque i partiti ci sono e proliferano (un po’), bisogna essere un inguaribile ottimista a pensare che comunque il sistema italiano va verso il bi-tripartitismo. Eppure ogni tanto ci sono notizie che lo fanno supporre, nonostante tutto. Per esempio, scrivono Antonio Massari e Loredana Di Cesare sul Fatto quotidiano di oggi, che “una ventina di deputati e tre senatori, guidati da Gennaro Migliore, sono pronti a entrare nel Pd e a sostenere il governo”, lasciando Sel e Nichi Vendola. Questa indiscrezione, se sarà confermata, oltre ad andare a rafforzare la fortuna strategica di Matteo Renzi, conferma che quando i processi politici s’incamminano rapidi ed energici attorno a un polo propulsore o a un soggetto catalizzatore è poi difficile che non esercitino una forza attrattiva nei confronti dei partiti cosiddetti minori. E’ accaduto nel recente passato e continuerà ad accadere, legge elettorale permettendo.