Le ragioni delle macroregioni di Caldoro

In un’intervista di ieri alla Stampa il governatore della Campania, Stefano Caldoro, ha avanzato una suggestiva e interessante proposta: “Io immagino una modifica dell’articolo 131 della Costituzione per istituire regioni che comprendano da 6 a 10 milioni di abitanti. Poche macroregioni che diventino grandi enti di programmazione e pianificazione territoriale, che si occupino di leggi territoriali e facciano da regolatori dei diritti territoriali, con bilanci leggerissimi”. Idea da studiare, che certamente coglie un punto – le regioni hanno replicato alcuni dei difetti spendaccioni dello Stato centrale, a volte perfino accrescendoli e aggravandoli – e incontra le aspirazioni renziane su un tema caro al premier e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio: la vera spending review è la riforma dei trasferimenti tra Stato, Regioni ed enti locali, con taglio delle spese e riduzione del perimetro complessivo della cosa e dei bilanci pubblici. La proposta di Caldoro, inoltre, segnala al (suo) centrodestra un modo corretto ed efficace di stare all’opposizione del governo mantenendo il ruolo di interlocutore costruttivo e utile per le riforme istituzionali. L’idea infine potrebbe anche essere un buon modo per rinsaldare, rinnovandolo, il rapporto con la nuova Lega nord (nazionale) di Matteo Salvini.