Questa mattina Francesca Balzani ha presentato le parole d’ordine della sua campagna elettorale nella sede di piazza Oberdan 10. Per il programma vero e proprio, come per quello di Beppe Sala, bisogna attendere ancora un po’ perché la vicesindaco della giunta Pisapia, dopo il “bilancio partecipativo”, vuole varare anche un “programma partecipativo”, cioè creato ascoltando e parlando in giro per la città, una città che lei vorrebbe sempre più “multicentrica”. Intanto è già migliorato il sito www.balzanixmilano.it.
Gente vera un po’ c’era, giornalisti abbastanza, curiosi di passaggio con la borsa del supermercato pure. Esponenti del Pd? Milanesi illustri? Intanto Maurizio Baruffi, chief of staff del sindaco Giuliano Pisapia.
Ma si diceva di parole d’ordine, eccole in ordine di apparizione tra gli appunti e con qualche ripetizione e annotazione:
Bilancio partecipativo (appunto)
Città policentrica: identità di quartiere, più strumenti con i Municipi (da metropoli europea)
Programma assieme ai cittadini (un po’ retorico, ma sempre utile)
Dopo il bilancio partecipativo il programma partecipativo (buona trovata tecno-orgogliosa per legare passato, presente e futuro)
Arcipelago di zone pedonali (immagine chiara)
Verde (ovvio, soprattutto di questi tempi)
Sicurezza partecipativa, incontri nelle scuole, con commercianti, abitanti e forze dell’ordine (daje col partecipativo)
Negozi di vicinato (molto ambrosiano)
Cultura, unico sportello virtuale (digital quanto basta)
Ambiente, direttiva europea su scambio tra edificato e recupero delle aree urbane: anticipare direttiva (promessa, programma, agenda)
Scelta civica chi? (tanto hanno già detto che stanno con Sala)
Il sindaco della notte (e questa è l’idea più carina e naif, raccolta nello stile della candidata parlando con alcuni ragazzi in una delle visite elettorali di quartiere: un assessore che si occupi degli eventi e non soltanto della Milano notturna)
E poi c’è lo slogan “Punto e avanti – Continuiamo la bella stagione”, cioè “radici nella giunta Pisapia” ma con nuove magnifiche sorti e progressive.
Infine il simbolo, anzi, i simboli: punto e virgola. Quindi, dopo la virgola di Sala tra “Noi” e “Milano” e il punto e virgola di Balzani, a Pierfrancesco Majorino non restano che i due punti o il trattino. Che cosa sceglierà? O ha già scelto?