Ai liberal-democratici prudevano le mani da un po’, come aveva segnalato Danton, e finalmente qualcosa si è mosso e si muove. Non in una direzione certa, eppur si muove. (Che poi se c’è in Italia una città liberale questa è proprio Milano). Dunque, è bastata una lettera aperta (vedi testo qui sotto) per aprire il dibattito. Forse non fa bene Corrado Passera, candidato “civico” di Italia unica, a prendersela e a non cogliere nel testo della lettera alcune aperture che dovrebbe interpretare come rivolte alla sua candidatura: “Chi si propone come sindaco della città deve quindi aver dimostrato nella sua vita professionale di comprendere le potenti forze dell’innovazione che si confrontano in un mercato aperto e di saper gestire complessi sistemi pubblici. Dovrà inoltre essere capace di una visione d’insieme di Milano come fulcro della città metropolitana ed eliminare la presenza burocratica e gestionale pubblica laddove non strettamente necessaria”.
Passera ha reagito così: “Ho letto con attenzione la lettera dei Liberali Democratici a sostegno della candidatura di Giuseppe Sala. Fa veramente impressione che chi si professa liberale e paladino del mercato in antitesi al pubblico sempre più pervasivo decida di appoggiare un candidato che vuole rappresentare una parte politica che ha nei confronti del privato una idea così diversa“. Però così dicendo Passera consegna questa iniziativa al sì a Sala e al già folto gruppo di suoi sostenitori.
Invece, nonostante l’indubbia apertura a Mr Expo – “I firmatari di questa lettera, che si rifanno ad ideali e valori liberal-democratici, accolgono con piacere tale discesa in campo” –, tra le righe si poteva anche leggere un’apertura di dialogo anche allo stesso Passera: “Gli aspiranti sindaci, tutti, compreso Corrado Passera e quelli futuri, dovranno invece convincere i cittadini, inclusi i firmatari di questa lettera…”.
L’auspicata (dalla lettera aperta) lista liberal-democratica per le elezioni non c’è ancora e non sembra aver del tutto scelto chi appoggiare perché “bisognerà comunque evitare che la candidatura di Sala diventi prigioniera dell’angusto schema destra-sinistra”. Insomma, forse c’era e c’è ancora spazio per il dialogo – maliziosamente (e si sa che Danton è malizioso) si potrebbe dire che c’era e c’è spazio per la trattativa – perché chiuderlo subito? Chissà, magari Passera potrebbe rileggere la lettera e ripensarci.
Lettera aperta sulle elezioni comunali di Milano
“Nel 2016 Milano eleggerà un nuovo sindaco dopo cinque anni di gestione da parte della giunta Pisapia.
Il quinquennio 2016-2021 sarà cruciale per la città: la gestione del dopo-Expo, l’avvio della città metropolitana, la questione della sicurezza e della mobilità, sono tutti temi che dovranno essere affrontati con competenza, lungimiranza e visione per permettere a Milano di sfruttare la sua vera forza: la sua capacità di creare un ambiente unico e fertile che attrae ed accoglie quegli individui innovativi, studiosi, industriosi, geniali che ne fanno la capitale economica e culturale del paese e che la rendono l’unica vera metropoli internazionale italiana.
Chi si propone come sindaco della città deve quindi aver dimostrato nella sua vita professionale di comprendere le potenti forze dell’innovazione che si confrontano in un mercato aperto e di saper gestire complessi sistemi pubblici. Dovrà inoltre essere capace di una visione d’insieme di Milano come fulcro della città metropolitana ed eliminare la presenza burocratica e gestionale pubblica laddove non strettamente necessaria.
Questo vorrà dire invertire la tendenza di aumento delle spese e delle tasse comunali che ha caratterizzato questi anni; attuare la vendita quantomeno dei beni municipali o delle società partecipate dal Comune che già sono in concorrenza con soggetti privati (A2A, SEA, Milano Ristorazione, Milano Sport o le case popolari solo per citarne alcuni esempi); avviare decisi processi di liberalizzazione nei settori ancora monopolizzati di fatto come trasporti e raccolta rifiuti; incoraggiare la sharing economy, processo già positivamente avviato per auto e moto; assicurare la piena trasparenza dell’operato della PA; rendere il rapporto cittadino-Comune indipendente dalla carta e dalle code; ripristinare la sicurezza in tutte le zone della città; ripristinare appieno il principio di legalità; integrare le comunità di immigrati presenti nel territorio comunale; esercitare la necessaria severità verso imbrattattori e teppisti di ogni genere; eliminare la mentalità finto ecologista che, ad esempio, ha sprecato denaro pubblico per costruire piste ciclabili protette da inutili muraglie e larghi marciapiedi con la conseguenza di intasare il traffico senz’alcun beneficio per l’aria che si respira. Attenzione dovrà essere rivolta alle fasce realmente deboli e dimenticate, come i disabili, soprattutto anziani e bambini.
In questa situazione è nata la candidatura di Giuseppe Sala a sindaco. I firmatari di questa lettera, che si rifanno ad ideali e valori liberal-democratici, accolgono con piacere tale discesa in campo, per le qualità professionali, l’esperienza e molte idee finora espresse da Sala. Bisognerà comunque evitare che la candidatura di Sala diventi prigioniera dell’angusto schema destra-sinistra, che non porta da nessuna parte e rispecchia solo un generico senso di appartenenza. Gli aspiranti sindaci, tutti, compreso Corrado Passera e quelli futuri, dovranno invece convincere i cittadini, inclusi i firmatari di questa lettera, per le loro qualità personali, la squadra, il programma, non per l’appartenenza ad uno schieramento e tanto più Sala (e chiunque altro) esprimerà proposte compatibili a quanto qui espresso, tanto meglio sarà per Milano e i milanesi.
Anzi, sarebbe auspicabile che nella città di Verri, Beccaria, Cattaneo, Luigi Albertini, Malagodi, Spadolini, Montanelli, concorresse alle elezioni anche una lista di chiara ispirazione liberal-democratica, moderna, meritocratica, erede della miglior tradizione del Risorgimento e della Repubblica italiane, che concentrasse l’attenzione dei cittadini tanto sulle libertà civili che su quelle economiche, su temi e proposte e non sulla posizione all’interno di un immaginario emiciclo”.
Seguono firme: Antonio Savoia, Stefano Cianchi, Giovanni Galgano, Paolo Esposito, Silvia Enrico, Massimo Giaconia, Gianmarco Gabrieli, Alessandro De Nicola, Sergio Scalpelli, Maricla Pennesi, Fabio Uberti, Maura Rota, Stefano Carugati, Emanuela Banfi, Pierluigi De Biasi, Stefano Di Tommaso, Giuseppe Benedetti, Oscar Strano, Roberto Borghini, Marco Cipelletti, Stefano Leanza, Luca Ludovico, Simona Heidempergher, Paolo Formica, Carlo Scarpa, Roberto Casati, Marco Peruzzi, Marco Carrara, Andrea Furcht, Andrea Sasso, Angelo Alfonso Speranza, Marco Marazzi, David Mascarello.