8 ottobre

Francesco racconta che Matteo la sera prima diceva: “Pazzesco. Pazzesco”. Probabilmente qualche giorno prima avrebbe scelto un aggettivo o meno usuale o più preciso. Matteo è sempre stato il meno usuale e il più preciso di tutti. Ma la scelta di una parola, come quella di un gesto, è questione che risente della selezione delle priorità della vita a seconda delle fasi della nostra esistenza terrena.

Perché una sera scegli “pazzesco” e qualche giorno prima avresti sorriso con superiore noncuranza di una parola così sdrucita per l’uso? Perché c’è un tempo per ogni cosa e ogni cosa da mettere a posto prima di esaurire il tempo, e quando hai urgenza di manifestare ancora una volta amore lasci libero te stesso, dopo una vita passata a far liberi gli altri, ad aiutarli a diventarlo.

Matteo ha scelto di passare l’ultima fase come tutte le fasi, fondendo nell’amore tutti i suoi opposti e aiutandoci ad accettare i nostri. Per esempio – chiedevano i suoi occhi ultraterreni – si può essere una persona profondamente spirituale e orgogliosamente laica? Si può essere una persona con una irruente forza creativa e una determinata pignoleria ordinatoria? Si può avere un’intelligenza raffinata e una spiccata praticità corporea? Rispondeva essendo se stesso. Sempre.

Spesso, per esempio, si pensa che creatività e precisione siano due facce ma di due opposte medaglie. “Spesso si pensa” però è la frase fatta dalla normalità, non la cifra delle persone straordinarie. Quindi Matteo ha organizzato tutto e sempre. Non è mai stato il secondo di nessuno, ma è sempre stato il primo sostegno di chi voleva. Colpiva, da questo punto di vista, il rigore con cui creava un progetto o sceglieva la posizione delle candele basse in casa. Si può essere un ingegnere e un art (live) director?

Sentivi sempre profumo. Ecco, avete presente quei luoghi, una casa o l’androne di un palazzo, in cui trovate sempre un’essenza piacevole ad accogliervi? Ecco, ci sono persone che ti fanno provare sempre piacere quando sei loro accanto, anche se in quel piacere c’è sempre un po’ qualcosa di scomodo, di provocatorio, di stimolante. Accanto a Matteo mi sono sempre sentito totalmente a mio agio e perennemente in soggezione. Le persone belle da amare sono quelle che non accettano compromessi tra io, tu e noi. Ma la cosa è tostissima. E bellissima.

Mi sono chiesto per mesi, giorni, ore: ma come fa a essere così tranquillo? Come fa una persona che conosce il suo futuro a riepilogare con serenità il passato e a gustarsi con dovizia il presente? Non ho mai pensato di trovare una risposta, ma ho sempre osservato il suo modo di scegliere (prenotando ovviamente) dove e che cosa mangiare, il suo parlare di cibo come nutriente da scegliere bene. C’era nel suo atteggiamento verso un argomento allo stesso tempo così marginale e così essenziale molto più che una bozza di risposta: voglio pensare, scegliere, gustare. Che cosa mangiare. Oppure a chi dare questa cosa, a chi invece quella. Cioè, voglio arrivare libero da ogni scelta al momento che non ho scelto io. La più grande forma di libertà, il più bell’aspetto dell’amore, il suo irredimibile sorriso.

Ps. Matteo, manager, art director ed esperto di comunicazione, gran cultore della migliore materia musicale, è intervenuto a Radiotube il 16 gennaio 2016 per raccontare David Bowie. Cliccando qui si può riascoltare la puntata.