Il dogma secondo cui “a internet non si possono mettere regole” è una maxi balla

Io dico che si va verso la fine del Far Web e non dobbiamo essere preoccupati. Alcune notizie gettate a caso più o meno in ordine cronologico: un giudice chiede sia rispettata la privacy online. Alcuni fautori dei primordi di internet iniziano a dire che internet sta lentamente morendo asfissiato dal troppo, dal troppo caos e dal "nessuna regola", che svilisce il tutto, lo rende un mondo volgare e rabbioso nel senso più deteriore dei termini. Il generale cui Obama ha affidato il dossier cyberwar inizia a dire che forse serve un internet 2 perché l'1 non è più sicuro. Poi torna fuori l'esigenza di intercettare i messaggi anche di chat e simil social network. Quando sento dire: "Sarebbe bello, però su internet non si può", mi insospettisco un po', anzi mi spazientisco un po'. Come se internet non fosse qualcosa creato dagli essere umani. Come se internet fosse un pianeta distante con regole sue, una sua fisica; come se internet fosse un luogo sacro lontanissimo dove vigono norme e canoni che noi umani non possiamo capire. Si diceva così anche della musica a pagamento. "Sarebbe bello, però su internet non si può". Eppure ora un po' di musica viene pagata e bene su internet. Ora si dice che su internet non si può fare nulla. Controllare le comunicazioni? Impossibile. Far pagare i contenuti editoriali? Illusorio. Combattere almeno culturalmente l'anonimato? Magari, ma velleitario. Vendere prodotti molto simili a quelli del mondo reale? No, pleonastico. Tutelare la privacy online? Irrealizzabile. Io non ci credo. E' solo un problema di tecnologie e di investimenti sulle future tecnologie.

Io penso che internet sia frutto dell'uomo, dunque come tutte le tecniche può fare e soprattutto potrà fare quel che l'uomo vorrà che faccia. E' tutto un problema di tecnologia, appunto. Siccome su internet ci vanno le persone normali, piano piano le persone normali ci stanno portando i loro interessi, i loro bisogni, le loro esigenze. Le persone normali non amano essere insultate da sconosciuti, dunque stanno iniziando a togliersi dai social network più incasinati e liberi per farsi magari dei social network tematici, con regole precise. Poi vogliono combattere il terrorismo per non esserne vittime e dunque pensano che un po' di controllo la polizia è bene che lo eserciti anche nel mondo virtuale se può far danni e seri nel mondo reale. Le persone vogliono vedere la privacy propria e dei figli tutelata e dunque iniziano a chiedere qualche regola in più. Le aziende normali vogliono iniziare a vendere con regole sempre più raffinate online e dunque investono in tecnologie sempre migliori per vedere protetto e accresciuto il loro valore. Lo sviluppo dei pagamenti con le carte di credito online è un buon esempio di come la tecnologia messa al servizio di un'esigenza può rendere possibile quel che sembrava impossibile.

Fare di internet un mostro ideologico che vive di vita propria e sregolata è pericoloso. Certo, ci sono stati che usano la censura, lo fanno nel mondo reale, lo faranno nel mondo virtuale. Le liberaldemocrazie, invece, tenderanno a trasportare online quel che sono nella realtà. Per favorire il tutto, ovvero il fatto che il processo avvenga senza strappi e senza forzature autoritarie, sarebbe bello che nel mondo di internet iniziassero a germogliare nuclei di autoregolamentazione saggia e strumenti tecnologici capaci di venire incontro alle esigenze delle persone, anche quelle di sicurezza. Le tecnologie sono tutte neutre, tutto sta a che cosa facciamo noi con quelle tecnologie. Le leggi di internet son, ma chi pon man ad esse? Ecco, appunto, abbattiamo i tabù ideologico-sacrali e iniziamo a lavorare a ciò che ci serve nel nuovo mondo, per portare di là non soltanto la nostra pancia, ma anche il nostro cervello e il nostro cuore.

  • Andrea |

    sinceramente non credo sia necessario imporre regole alla rete, è già autoregolamentata bene. Anzi, la rete è l’unico posto in cui vige la VERA democrazia diretta! Posso dire quello che voglio e me ne assumo la responsabilità. Sono stupidaggini quelle sull’anonimato perché se la polizia postale volesse potrebbe risalire all’IP dell’utente senza troppe difficoltà. Si cerca di controllarlo perché é sempre più potente, la comunità della rete si sta strutturando in maniera sempre più organizzata e questo fa paura a chi oggi detiene il potere. La rete fa paura solo a chi non la capisce. Ah si la rete fornisce servizi e informazioni gratuite…sarà anche questo che non va giù ad un certo establishment…

  • Fabrizio |

    Una affermazione come questa è la negazione di Internet come strumento di informazione e libertà.
    “Certo, ci sono stati che usano la censura, lo fanno nel mondo reale, lo faranno nel mondo virtuale.”
    significa replicare nel mondo virtuale il monopolio dell’informazione e della libertà di espressione alle stesse persone che le controllano e limitano nel mondo reale.

  • eugenio |

    Io invece sono terrorizzato dall’idea che il nostro internet possa finire tra le mani del legislatore. il web è la sintesi sincera di infinite vite che spontaneamente trovano spazio comunicativo laddove barriere culturali d economiche lo impedirebbero. grazie alla spontaneità di internet siamo riusciti a fare passi da gigante, socialmente ed economicamente. forse nessuno poteva prvedere che l’uomo, nella sua unione telematica, potesse arrivaree a tanto e tanto velocemente, e adesso che ci si accorge il patrimonio che in qualche modo è rimasto indisciplinato, si cerca di recuperarlo ed istituzionalizzarlo per il “bene pubblico”. internet funziona molto meglio di infiniti sistemi puntigliosamente preparati a tavolino, proprio perchè volenti o nolenti, è una cosa che tutti voglioni e nella quale quindi vige il buon senso di volerla preservare. un incrocio, senza vigile o semaforo, produrrà meno traffico e incidenti. questo accade sempre. e adesso che la globalizzazione trova la suia unica vera espressione via telefono attraverso l’impegno di tutti gli internauti, si viene a parlare di bisogno di dicsciplina. il web è un mondo a sè, inutile dire di no. ha un suo linguaggio e una sua deontologia. è in conitnua evoluzione e già ben strutturato; forse, con conscienza, è anche un pochino tardi per le istituzioni per correre al riparo e “salvarci” dal mostro. a me sembra un pò il complesso di frankenstein: con la differenza che i governanti in questo caso forse fanno bene ad aver paura. ed è per questo che vogliono meyttere il bavaglio.

  • Gianni |

    Bisognerebbe forse capire cosa sia una regola e non pensare che sia solo quella dello stato e che quindi la società si identificchi con questo.
    E’ l’errore di tutti i totalitarismi mentre Internet ha innumerevoli regole e standard. Spesso non disegnate coscientemente nè organizzate in un disegno organico ma estremamnte stringenti

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