Gentile Giuliano Pisapia, ascoltiamo la tosse dei figli di Milano

Gentile Giuliano Pisapia, sindaco di Milano,

leggo distrattamente che siamo più o meno al ventunesimo giorno di fila fuorilegge per quanto riguarda lo smog a Milano. Le scrivo perché mi è piaciuta la sua idea di mandare un sms, disperato?, ai suoi assessori. Eccolo: "La situazione è molto grave, fatemi avere proposte, buona giornata e buone idee a tutti".

"Buone idee a tutti" è un ottimo augurio. Le scrivo, anche se non ho un'idea, una proposta da farle, le scrivo da qui per raccontarle una piccola esperienza personale. Non so lei, ma io ho spesso una tosse strana. Non ho mai sofferto di raffreddore, ma da due anni, da quando sono tornato a vivere a Milano, una settimana su quattro in un mese la passo con il fazzoletto in mano.

So benissimo che non è colpa sua. So perfettamente che il mio raffreddore interessa nessuno. So che se non piove non è il governo della città ladro. So che le macchine… so. E poi noi siamo adulti… Non rinunciamo all'auto… Non ho mai neanche troppo amato i fanatismi ambientalisti. Però qui ormai tocchiamo con mano, anzi con polmoni, naso, gola qualcosa che non va. Più che noi, poi, sono i bambini a toccare con mano ciò che non va nelle città costruite e pensate dagli adulti.

Quanti genitori si sono sentiti dire di questi tempi: "Appena potete, portate vostro figlio da qualunque parte, basta che non sia qui"? Anche mio figlio ha spesso una strana tosse, secca, nervosa, acida nel suono e preoccupante nel ciclico rumore. Appena ho potuto l'ho portato altrove, è svanita la tosse, il naso ha iniziato ad aprirsi, il colore della pelle è subito cambiato.

Non sono un medico, non sono un ecologista, non so quasi nulla sull'argomento, ma il rumore di una tosse adulta quando è prodotto dai bambini è il migliore spot per far davvero capire che bisogna far qualcosa per cambiare l'aria. Per me lo è stato e lo è, un grande persuasore, penso lo sia per tutti i genitori. Forse la tosse dei figli di Milano potrebbe essere parte di una piccola campagna di sensibilizzazione. Registriamo uno spot di un minuto, fatto soltanto di quell'avvertimento, di quel rumore, di quella tosse. Uno in fila all'altro, i nostri bimbi. Passiamolo sulle radio locali. Chissà che qualche automobilista, pur di non sentire più quella tosse, non inizi a prendere la bici, il bus, la metropolitana. Ascoltiamo quella tosse per convincerci tutti a cambiare clima. Se non per noi, almeno per loro.

Un saluto, buone idee a lei, signor sindaco