Monti alle prese con le uova (decorate) di struzzo nella fase 1 e mezzo

Stefano Feltri è un giovane giornalista del Fatto quotidiano. Si è alzato in conferenza stampa e ha chiesto al professor Mario Monti se non ritenesse dannose, nel contesto di un sano ridimensionamento della cosiddetta casta, notizie come i soldi spesi, pare 3.000 euri, dall'Agenzia del territorio ("che pure ricade sotto le sue competenze") per comprare "uova decorate di struzzo". Ovviamente Feltri ha fatto anche alcuni altri esempi. Monti, serissimo, ha tra l'altro risposto che nella fase 1 e mezzo del suo governo si occuperà attentamente del dossier, sottolineando come l'elemento sostanziale della vicenda non sia peraltro "la decorazione" dell'uovo, ma il fatto che sia "di struzzo", perché la politica dello struzzo non vuole certo essere la linea di condotta del suo esecutivo.

Ogni volta che ascolto e guardo il professor Mario Monti parlare, soprattutto in luoghi istituzionali o in occasioni ufficiali, mi viene in mente un perfetto articolo di Annalena Benini pubblicato sul Foglio quotidiano del 15 dicembre. Il titolo era "Ode al bullo", il sottotitolo era "Si sente un incrocio tra Schuman e Spinelli, altro che alto e sobrio tecnocrate".

E' il bello di Monti, altro che grigio, mentre tutti raccontano la sua "sobrietà" lui sobriamente giganteggia in fatto di ego docente – si scusa se non risponde, ringrazia i partiti, riesce a tirar fuori i più perfidi elogi della storia, dice: commuoviti pure, ma se serve correggimi anche – e, un po' come riusciva a Giorgio Gaber, si fa applaudire dagli italiani (in molti casi dai giornalisti) mentre sottolinea, senza ovviamente darlo a vedere, i loro, i nostri difetti. In questo modo il ruolo di Monti rischia – ed è un bene che sia così – di essere davvero anche pedagogico nei confronti della politica e dell'opinione pubblica italiana.

Sa di possedere un suo humour particolare e infatti dice: non vorrei che alcune cose che io dico con ironia fossero poi interpretate come annunci o malizie… Inarrivabile quando usa termini come governo "tecnico" o "rimpasto", dicendo però che ovviamente sono termini orrendi, orribili. Monti prende le distanze anche da se stesso perché sa di essere distante da tutto in un paese come l'Italia e sa che proprio per questo motivo è stato chiamato a Palazzo Chigi in un periodo così delicato.

Nella lunghissima conferenza stampa di oggi ha giustamente detto poco e nulla, nel dettaglio, nei tempi e nei modi del provvedimento "Cresci Italia", ha solamente e sobriamente dettato il titolo a tutti. Del resto, le cose da cambiare in questo paese sono tali e tante che non si può certo pensare che in poche settimane la ricetta sia pronta, lo spread calmo e il santo gabbato. Però Monti ha parlato, parlato, parlato. Lentamente, ma senza scrupoli, se non lessicali. Ai giornalisti ha fatto notare la, diciamo, non eccesiva "profondità" delle loro domande, senza che nessuno avesse ovviamente da obiettare sulla, diciamo, genericità naturale delle risposte.

Ai ministri che parlano troppo di politica, però, ha fatto capire che le opinioni personali vanno benissimo, ma se iniziassero a mettere nei guai la tenuta del governo arriverebbero i rimbrotti, eccome. Alla Germania (e alla Merkel), da economista da sempre più vicino alle politiche del rigore che ad altre, ha detto: ehi, anche tu però potevi spiegare meglio ai tuoi cittadini che l'euro ha giovato soprattutto all'economia tedesca. Ovviamente lo ha fatto con altre e più calibrate parole, probabilmente in tedesco. A Berlusconi, "il mio predecessore", ha riconosciuto il merito di aver ricordato, nella conferenza stampa del 23 dicembre 2010, l'importanza del fattore psicologico per favorire la crescita. Certo – ha detto Monti – l'attuale presidente del Consiglio non si permette di suggerire ai giornalisti di pubblicare anche buone notizie, ma la sensazione è stata quella di una splendida preterizione ovviamente sobria. E poi, nel dare atto di una cosa "al presidente Berlusconi", ha però anche ricordato al Pdl che nel corso di quella conferenza stampa del 23 dicembre 2010 il premier di allora diceva che non ci sarebbe stata alcun altra manovra, mentre nel 2011 ce ne sono state cinque. E solo l'ultima "a mia firma", ha lievemente sussurrato il professor Monti.

Dove si dimostra che anche un "tecnico", termine orribile, può conoscere il valore sostanziale della "decorazione" politica.

  • prime |

    I commenti più divertenti che si sentono in questi giorni sono quelli dei rappresentanti del pdl che non fanno altro che dire ‘beh berlusconi non è più primo ministro ma lo spread è sempre alto’.
    Ma che ci azzecca ?? direbbe Di Pietro..

  • allen2105 |

    Una politica degna di questo nome deve iniziare ad esprimersi in termini di progetti, azioni, obiettivi, indicatori di fattibilità e di verifica, penali in caso di errori e non premi di produttività a-priori ed indiscriminati.

  • pietro |

    Si’ un bello stile, ma scarsamente concreto. Quando si tratta di cose terribilmente serie come la nostra economia personale nell’ambito di quella della nazione e dell’Europa, i florilegi letterari mi lasciano molto indifferente. A me (e come a me a molti mei connazionali) interessa la sostanza delle cose. La cosa che si era rimproverata alla manovra del precedente governo era lo scarso focus sulla crescita. Lo stesso Monti scriveva che le tasse non fanno nient’altro che creare recessione: bisogna usare altre leve (la crescita). La Spagna sta perseguendo una manovra basata su tagli alla spesa, non su tasse aggiuntive. Per tutto questo, sono critico su quanto abbiamo visto che Monti ha fatto fino ad oggi. E dico la verita’ che mi sarei aspettato proprio oggi una dichiarazione di intenti piu’ efficace, in cui oltre a farci risparmiare (forse) 5 minuti nella ricerca di un taxi o a provare l’ebrezza di comperare l’aspirina al supermercato,ci avesse dato degli elementi concreti. In qualunque azienda non ci si puo’ limitare a dire genericamente che cercheremo di acquisire nuove fette di mercato. Bisogna sostanziare con numeri, obiettivi chiari, tempi, strategie. E il fatto di aver preso in mano la situazione da poco tempo non e’ mai una scusa che si puo’ addurre. Sicuramente il commitment a ridurre le spese dello Stato e degli enti locali (di quanto? in quanto tempo?) e’ una priorita’ cui non sembra esserci una eccessiva determinazione (sono molto generoso nekl giudizio).Spero che questa visione di un Monti cosi’ etereo, professorale e con tanto british humor (che non si riesce quasi ad afferrare per le nostre menti un po’ ottuse) si traduca in atti concreti, validi e di ampio spettro e prospettiva. Finora purtroppo non ne abbiamo visti, se non tasse su tasse, che diciamoci la verita’ chiunque sarebbe stato in grado di inventarsi.

  • enzo |

    C’è poco da scrivere. Quest’ottimo giornalista (che non conoscevo), al quale vanno i miei complimenti, ha già detto tutto. Ha tracciato delle parti del profilo di Monti che condivido pienamente. Nell’articolo è riuscito a dare risalto e mettere in evidenza alcuni aspetti di Monti che a molti ancora sfuggono, ma soprattutto è riuscito ad uscire dagli aridi canoni delle solite critiche (o elogi) che siamo abituati a leggere nelle asettiche cronache dei soliti giornali.
    I miei migliori auguri di un felice e proficuo anno nuovo.

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