Dalla Domenica del Sole 24 Ore dell'8 gennaio 2012
La tv deve mostrare il reale o l’ideale? Il primo giorno del 2012 sul New York Times è apparso un articolo intitolato: “La Cina scopre che la ‘reality tv’ è un po’ troppo reale”. Si raccontavano uno show da record e una scena con un’aspirante attrice che rifiuta così un giro in bici offerto da un corteggiatore: “Preferisco piangere su una Bmw”. Critiche, sostenitori: ha detto quello che molti pensano, la realtà. “If You Are The One” è una specie di “Uomini e donne” con un pizzico di “Forum” e di talent show: è pensato come un tribunale di donne che interrogano uomini per trovare quello giusto. E’ stato visto da più di 50 milioni di persone. I cinesi all’estero si sono appassionati e dai campus americani hanno detto la loro. L’eccesso di “realtà” ha però insospettito la censura preoccupata nel vedere gli “ideali” del Partito comunista assaliti dalla realtà capitalista: tentativi di restrizioni, aggiunta di personaggi, come la madre che insegna psicologia alla scuola del Partito. Insomma, insofferenza del regime, cambio di linea: meno realtà in tv.
Il 4 gennaio, invece, su Studio Universal era prevista “La storia di Lassie”, un documentario del 1985 sulla carriera cinematografica e poi televisiva del miglior amico dei bambini. Per tutto il mese Studio Universal trasmette i film di Lassie anni 40. Il collie per antonomasia segna i passaggi dal cinema alla tv, dal bianconero al colore, dalla tv dell’ideale a quella del reale, diventando sulla Cbs lo show più longevo in America. (Però Trivial Pursuit insegna che in tv arrivò prima Rin Tin Tin). Lassie nasce in una famiglia bucolica, diventa un cane da protezione civile per poi finire anche in città. Ogni puntata è seguita da 30 milioni di spettatori. Tra le voci una dice: “Guardare i film di Lassie tira fuori il meglio della natura umana”, un’altra che “è l’amore che non chiede nulla in cambio”. Lassie racconta un mondo ideale, perfetto nei sentimenti e nei principi. La tv di oggi, invece, sceglie “la realtà”. Quando è un gesto liberatorio, è il reale che si fa ideale, come in Cina. Quando è pigra rassegnazione, speriamo che torni a casa Lassie.