Dalla Domenica del Sole 24 Ore del 22 gennaio 2012
“Sono i pezzi che non combaciano quelli che a me interessano”. Il professor Nick Cutter, paleontologo biondo e simpatico, spiega così nella prima puntata delle cinque stagioni di Primeval, serie inglese in onda tutti i giorni su Rai 4 alle 18, la sua passione. La sua missione invece è un’altra: ritrovare sua moglie scomparsa, “fu trovato soltanto lo zaino”.
Ci sono posti del mondo dove accadono cose anomale: appare una sorta di prisma, è la finestra tra il presente e il passato. Da quel prisma escono spettacolari animali preistorici, mostri, i nostri mostri. Chi entra in quel prisma – forse la moglie di Cutter – non si sa dove vada. Forse nel passato. Cutter non si dà pace, a se stesso e ai suoi “superiori” acquisiti al ministero (il governo vuole più o meno ufficialmente sorvegliare queste strane ricerche di animali preistorici) il professore giura che quando troverà l’anomalia la oltrepasserà per andare a vedere che cosa è successo a sua moglie. Accadrà ben di peggio.
Gli scienziati in azione nelle serie televisive giocano quasi sempre in squadra e questa squadra è ben assortita. Un po’ Jurassic Park e un po’ Indiana Jones, Primeval può piacere a chi ama la fantascienza, gli animali, la preistoria. Ma c’è sempre anche un giallo, l’eterno mistero delle anomalie del mondo e della battaglia con i nostri mostri che appunto spesso vengono dal nostro passato. La cosa bella è che i bambini, i ragazzi capiscono il tutto meglio degli adulti. Il problema stavolta non è tanto lo scontro tra bene e male – certo, ovviamente c’è anche quello – ma qui al centro c’è il corpo a corpo tra passato e presente. Chi lascia aperte quelle “anomalie” capaci di metterci in pericolosa comunicazione a volte perfino con il futuro? Mistero. Noi?
Le anomalie spazio-temporali cambiano nel corso delle stagioni e delle puntate la squadra, l’identità dei singoli componenti, e tengono a portata di mano il clamoroso colpo di scena. La serie sa non prendersi troppo sul serio – “Noi siamo i buoni, almeno penso che sia così” – e la scienza sa ammettere le sue anomalie “perché non succede tutti i giorni di incontrare una fidanzata e trovare un dinosauro”.
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