Ti ho amata per la tua voce. Dopo Amy, Whitney

Ho amato molto la sua voce e, come nel bellissimo romanzo di Nassib Selim, amare la voce di una persona e’ davvero cosa buona e importante.
Ora mi piacerebbe che invece di parlare del carnefice – il successo che rende soli e fragili, bla bla bla -, si raccontasse e si sentisse soprattutto lei, Whitney Houston. La fragilita’ dell’individuo, infatti, non e’ una gran notizia, sottolinearla serve soltanto ad alimentare voyerismo e strani tipi di paragoni fintamente consolatori, il talento di una voce che da’ emozioni invece e’ un evento straordinario, vale per Amy Winehouse come per Whitney Houston.