Dalla Domenica del Sole 24 Ore del 26 febbraio 2012
“I peggiori criminali del paese stanno per tornare e nessuno è in grado di trovarli perché non esistono”. Il gioco a scopa tra presente e passato è un sempreverde nelle serie tv dell’ultima generazione. Se però hai più di 300 storie possibili da raccontare, 302 per l’esattezza, e J. J. Abrams, quello di “Lost”, alla macchina per scrivere, l’espediente diventa qualcosa di più che un trucco, è una fortuna. Così “Alcatraz”, 13 episodi, lunedì sera su Premium Crime, si presenta con le carte per vincere facile. Dunque, a prima vista, lo spettacolo un po’ ne risente. Però i personaggi sono azzeccati: il migliore è il dottor Diego Soto, storico plurilaureato e pluririccioluto che ha scritto libri sulla leggendaria prigione, non disdegna capatine esploratrici nei sottoscala e se entra in un negozio di armi dice: “Il secondo emendamento visto da vicino”. Se i personaggi ci sono, ben si comincia.
E’ il giallo di 302 persone del passato, detenuti cattivi come usciti da un libro di Edward Bunker e guardie di custodia, che il giorno della chiusura di Alcatraz, nel 1963, invece di essere trasferiti in altre prigioni, semplicemente spariscono. Per tornare oggi. Ma perché? Questo è il mistero attorno al quale ruota il lavoro della squadra mista: federali (ma saranno davvero federali?), detective Rebecca Madsen (Sarah Jones) e Soto, cioè Jorge Garcia, Hugo “Hurley” Reyes in “Lost”. Di “Lost” ci sono i flashback, Garcia, Abrams e un’isola. Non male come personaggio anche il super enigmatico Emerson Hauser (Sam Naill, già protagonista di “Jurassic Park”). Hauser è il tramite tra passato e presente nella sua veste iniziale di ambiguo esponente del bene.
L’incertezza sul capo della squadra che indaga e sul sotterraneo di Alcatraz, tornato prigione per ospitare quarant’anni dopo i detenuti che uccidono oggi con le sembianze di allora, è il segreto dell’attenzione carpita e chissà quando rimessa in libertà. “D’altro canto, rispondere a tutti i misteri al termine della prima stagione non è mai consigliabile per una serie tv”, parola di Abrams.