Truman – Perché ci vuole orecchio

Dalla Domenica del Sole 24 Ore del 22 aprile 2012

Anche per fare la tv è questione di intonazione: il tono, il ritmo e la melodia contano eccome. Come esempi si possono prendere due casi limite: da una parte Linea 2, “viaggio oltre il consueto”, cioè tra visioni e culture underground, in onda su Italia 2 ogni martedì alle 23 e 30 con l’espediente letterario della metropolitana che si ferma nelle varie stazioni, e dall’altra Legend Quest, appuntamento del tardo sabato su Syfy (Mediaset Premium). Il primo è un esperimento intonato, il secondo no. Linea 2 è un racconto per immagini e suoni di storie vive, con facce e volti, un po’ lunari, ma proprio per questo inconsuete e attuali. Sa di vero e di pulito: c’è l’intervista all’artigiano delle percussioni, il cortometraggio sull’astro bambino del triangolo, inteso come strumento musicale, il tutto sottolineato dallo stress quotidiano figlio di un clacson, con la colonna sonora di musicisti fuori dal mondo e un po’ anche da sé. Si ascoltano le lingue originali dei protagonisti, incorniciate dai sottotitoli. “So fare dei ritmi”. Confermato. “Imparare la musica, imparare a controllarmi, imparare a muoversi con gli altri”. A tempo. Sul treno si può anche salire in corsa, caricando i propri filmati su www.italia2.mediaset/linea-2.

All’opposto rispetto ai tempi da racconto e alla calma curiosa di Linea 2 c’è la fretta enfatica e l’ansia da prestazione di Legend Quest. Un novello Indiana Jones va alla ricerca delle cose perdute, inseguendo segni e monumenti. Dall’Etiopia alla Francia passando per Siena, peraltro scritto “Sienna”, tutto avviene in modo talmente rapido e sincopato che non fai a tempo a goderti il panorama toscano che ti ritrovi in un cunicolo di una cattedrale transalpina. Tutti gli ingredienti di una spy story archeologica te li ritrovi frullati da una voce spezzata dal fiato corto. Sembra di vedere Voyager a velocità doppia, o tripla. L’effetto è simile al Kazzenger di Maurizio Crozza. Peccato, perché l’idea era buona, i templari tirano sempre e la storia antica ha ampi margini di mistero da esplorare. Peccato far finire il tutto in una specie di Hell’s Kitchen del sapere. Come dice il maestro Jannacci, per fare certe cose ci vuole orecchio.

http://danielebellasio.blog.ilsole24ore.com/