Pierferdinando Casini sa di essere il candidato più forte al ruolo di Romano Prodi del centrodestra. E lo sa da tempo. Nel senso che nel centrodestra da rifondare si fa sempre più strada l'idea di creare lo schema identico ma opposto rispetto a quella che fu l'Unione di centrosinistra guidata da Romano Prodi. L'idea non è nuova, ma ora le condizioni sembrano esserci.
Mettere assieme tutti i moderati, cioè tutti quelli che non stanno nella fotografia di Vasto (quella con Pierluigi Bersani, Nichi Vendola, Antonio Di Pietro) e magari anche qualche cattolico che oggi è nel Partito democratico, per ora è l'unica prospettiva politica possibile per un centrodestra in bilico tra débacle elettorale, carte in mano ancora a un Silvio Berlusconi meditabondo, pure troppo, e attesa per due possibili sorprese: la discesa in pista di Luca Cordero di Montezemolo (a luglio in via ufficiale, dopo la lettera al Corriere della sera di oggi?) o l'arrivo di un papa straniero sotto forma di ministro del governo Monti.
Intanto si moltiplicano, sempre nell'area liberal-moderata, le iniziative dal cosiddetto basso, che poi sono il frutto di una fase che ha bisogno come il pane di novità. (Del resto, il primo che fa una cosa vince). Si veda per esempio l'autoconvocazione dei giovani liberali di Zero+ per sabato 9 giugno a Roma. E' molto, molto presto per definirla una Leopolda dell'altra parte (anche perché manca un Matteo Renzi, e non è cosa da poco), ma sicuramente non soltanto nel centrosinistra si stanno organizzando i rottamatori. E certamente le Leopolde e le novità hanno più appeal nei confronti dell'opinione pubblica dei commissariamenti, delle correnti, degli azzeramenti di segreterie di partito, del ritorno di vecchi notabili più o meno (ri)organizzati, delle trattative estenuanti tra componenti di ex, post, neo forze politiche stanche e già provate e riprovate.
Silvio Berlusconi sa essere un leader molto pragmatico e molto propenso a giustificare qualunque alleato pur di usarlo come mezzo per arrivare alla vittoria (o quasi), dunque a condizioni chiare e patti nuovi potrebbe accettare un ruolo da federatore dell'area moderata di Pierferdinando Casini. Lo stesso Casini sta ponendo come condizione fondamentale per tentare di riunire l'area moderata il fatto che questo schema non serva per indebolire o, peggio, concludere l'esperienza del governo Monti. Il resto verrebbe da sé, gli altri pure.
Ovviamente federatore, anche per volere dello stesso Casini, non significa ineluttabilmente candidato premier o premier. Per Casini ci potrebbero essere altre e magari più alte prospettive. Dunque, resterebbe libera una posizione importante da ricoprire con esponenti di peso e di esperienza provata. Per esempio Monti, nel caso il governo dovesse (ri)conquistare la popolarità dei primi tre mesi. O per esempio qualche papa straniero, qualche outsider in arrivo, nel caso in cui all'esperienza si preferisse una grande novità (vagheggiata peraltro da settimane).
E gli altri?