Ufficialmente Bashar el Assad, rais siriano, avrebbe accettato il piano in sei punti per riportare la calma nel suo paese. Ufficialmente. Ma che cosa ha fatto dal 12 aprile – data del piano – a ieri, quando ha incontrato l'ex segretario generale dell'Onu, Kofi Annan? Lo spiega bene Jeffrey White, già alto ufficiale dell'intelligence e ora analista del Washington Institute, uno dei migliori think tank al mondo sui temi mediorientali.
Ecco che cosa ha fatto il regime di Damasco, nelle ultime settimane:
– il massacro di oltre 100 civili a Hula, tra cui 49 bambini;
– violazioni continue del cessate il fuoco;
– incremento di azioni come raid nei centro abitati;
– repressione delle manifestazioni;
– bombardamenti di aree civili;
Con questa tattica:
– eliminare aree sotto controllo dei ribelli e distruzione delle formazioni del Free Syrian Army;
– tagliare servizi essenziali (acqua, elettricità, telefoni) per isolare i centri della resistenza al regime;
– bombardamenti di zone civili;
– chiudere varchi di fuga al confine e provocare scontri ai confini con Turchia, Libano e Giordania;
– sforzi per riprendere il controllo delle aree contese attraverso un largo dispiegamento di forze regolari e irregolari.
I bambini siriani e la cruenta miopia del mondo