Dalla Domenica del Sole 24 Ore del 10 giugno 2012
Meno male che c’è Luther il sabato sera su Cielo, altrimenti la crisi di creatività delle serie poliziesche in televisione sarebbe conclamata senza lacune ed eccezioni. Il problema non sono le storie, quelle si trovano, in Profiling, in Prime Suspect, nelle varie declinazioni di Squadra speciale e Law and Order. Il problema sono i personaggi (su Beck e Delitti in paradiso la possibile simpatia è sospesa: sono ancora da vedere e rivedere). D’accordo, Csi Miami tira avanti con decoro e si fa vedere, ma resta quella sensazione di freddo, di impersonale svolgimento preciso del tema. Il massimo delle caratterizzazioni psicologiche sono un chewing-gum e un cappellino da uomo per la bella protagonista di Prime Suspect e le occhiaie da sofferenza non elaborata della criminologa di Profiling.
Insomma, una volta c’erano personaggi cui affezionarsi, oggi ci resta soltanto lo sguardo liquido perché malinconico di Idris Elba, Luther appunto. Affezionarsi è importante, sia per lo spettatore sia per il produttore: più ci si affeziona più la serie ha successo nel tempo. Tanti gruppi in azione, pochi fuoriclasse e protagonisti. Bene così? E’ lo spirito di squadra del tempo? Mah. Dalla fuoriserie di Magnum P.I. alla matita del Tenente Colombo, passando per la cialtronaggine di Sberla in A-Team e la simpatica trasandatezza di Tony Baretta, interpretato da Robert Blake, un tempo esistevano i compagni di viaggio, più che i gelidi esecutori di trame perfettamente ricamate ma come assemblate in laboratorio. D’accordo, il miliardario inventore di Person of Interest, impersonato da Michael Emerson, appena (ri)scelto da Woody Allen per il suo prossimo film, è un personaggio che si fa ricordare, come il Kobayashi dei Soliti Sospetti, ma è un po’ poco e poi quello non è un vero poliziesco. Anche il biondo di The Mentalist ci sa fare ma, ecco, giusto perché è caruccio resta in mente, come del resto la coppia di White Collar o di Castle. Bisogna rovistare negli archivi per trovare un Monk, il presente invece regala tanti comprimari ma nessun idolo. Tranne Luther, ovviamente.