Dalla Domenica del Sole 24 Ore del 24 giugno 2012
Come dice Lawrence Peter "Yogi" Berra, eroe del baseball statunitense, “non è finita finché non è finita”. Questa è la morale di Beck, in prima visione su Fox Crime (canale 117 di Sky) il sabato sera alle 21. L’ispettore Martin Beck, però, non riesce a risolvere due questioni fondamentali.
La prima. Beck non allontana tutti i dubbi sulla sensazione che il poliziesco sotto forma di serie televisiva attraversi una bella crisi di identità creativa. Perché come telefilm è ben fatto, ottimo, ma il poliziotto in sé non è né innovativo come lo è stato Dr. House per la medicina (a proposito, addio Mr. Gregory) né classico come lo fu Colombo per la caccia al crimine.
La seconda. Beck non risponde alla domanda “ma che differenza c’è tra un giallo e un noir?”. Anzi, sul confine di questi due colori gioca, cammina, ricordando a mani basse perfino Twin Peaks.
La serie, una produzione svedese, trae vita dai romanzi di Maj Sjöwall e Per Wahlöö, maestri del giallo scandinavo, elogiati anche da Andrea Camilleri. Ovviamente, come in tutti i recenti polizieschi televisivi, c’è una squadra di buoni che insegue una selva di cattivi. Però fin dal titolo al centro c’è lui, Martin Beck, impersonato dall’attore Peter Haber, il solito poliziotto tutto lavoro e omicidi che fa innervosire i parenti perché non li ascolta mentre parlano seduti in un bar. Beck ha un vice, che è anche il suo opposto, il suo alter ego. Un serial killer vuole “dare un senso alla punizione” inanellando una serie di “sepolti vivi”? Nel vivo del gioco letterario c’è il più antico e furbo dei trucchi: quando sembra che tutto sia risolto… non lo è. Tra climi nordici, notturni insonni e motociclisti psichedelici, c’è sempre la musica a dirti: attenzione, ora devi avere paura. C’è l’assassino dietro la porta del frigo. C’è la donna che entra in macchina e poco dopo il killer alza la testa nel sedile di dietro. Cose non proprio nuovissime nell’universo del giallo-noir, quasi come il motto: “Sai, a volte bisogna tirare fuori le palle”. Uhm, però magari migliora.