Dalla Domenica del Sole 24 Ore del primo luglio 2012
Aaron Sorkin dice: “Sono cresciuto circondato da persone più intelligenti di me e amo il suono dell’intelligenza. So imitare quel suono, ma non è naturale. Non è intelligenza. E’ la mia abilità fonetica di imitare il suono dell’intelligenza”. Le ragioni per cui Sorkin è il migliore sono chiare: ama le storie, ritrae in modo semplice personalità complesse, coglie ciò che il pubblico vuole sentire e scrive dialoghi che rendono il tutto realistico e letterario.
In America, prima che andasse in onda la prima puntata della nuova serie tv, Newsroom, il 24 giugno su HBO, il New Yorker l’ha stroncato e la stroncatura era il pezzo più letto del sito. Talento. Accusare qualcuno di cadere negli stereotipi da lui stesso creati, accusare Sorkin di Sorkinismo, è un complimento, vuol dire che ha creato un paradigma ed è diventato un classico. Ha inventato The West Wing, ha sceneggiato The Social Network, non ha molto da dimostrare, ma tutti parlano di lui nell’élite politico-giornalistica. Si dice che sia Sorkin a influenzare la politica più che la politica a influenzare lui: il presidente buonissimo e liberal con lui c’era prima di Obama. In Newsroom, con Jeff Daniels protagonista e Jane Fonda nel cast, racconta l’altra faccia di West Wing, i giornalisti, prima i fatti e poi le opinioni (non in ordine gerarchico, ma temporale). Cioè tenta il miracolo: di solito il mondo dei giornalisti interessa solo ai giornalisti. Questo è il rischio e il bello. Perché quello che Sorkin fa esiste ed è intonato con i tempi: “Io sono un elettore repubblicano. Sembro di sinistra solo perché credo che gli uragani siano causati dall’alta pressione e non dal matrimonio gay”.
Mark Harris, che lo ha intervistato per il New York Magazine, gli ha detto: “Dopo Sports Night e Studio 60 on the Sunset Strip, questa è la terza parte della tua trilogia sul fare tv”. Sorkin, spiegando che è un quartetto, con The West Wing, ha risposto: “C’è qualcosa di emozionante e romantico nella tv live – Sto per usare la parola ‘romantico’ molte volte”. E’ la tv, bellezza.