Che cosa farà Pierferdinando Casini? E quando lo farà?
Intanto va dato merito al leader dell'Udc di aver trovato il modo di scrivere un intervento, sulla Repubblica di ieri, sul tema dei diritti umani a Cuba, una questione colpevolmente dimenticata, soprattutto dopo il (quasi) passaggio di consegne tra Fidel e Raul Castro.
Sul fronte italiano, intanto, il leader dell'Udc è il più strenuo e convinto sostenitore, assieme al presidente della Camera, Gianfranco Fini, del governo guidato da Mario Monti e nel frattempo si tiene aperte quasi tutte le opzioni: Terzo polo nuova versione, dialogo/alleanza con la foto di Vasto (Pd più Sel più Di Pietro) riveduta e corretta, creazione e guida di un centro-centrodestra del tutto rinnovato e ovviamente, dal suo punto di vista, deberlusconizzato.
Oggi l'opzione di mezzo – il centro-centrosinistra – sembra la più probabile in vista delle elezioni, soprattutto dopo la ridiscesa in campo vera o presunta di Silvio Berlusconi. Al centro di ogni gioco, la trattativa sulla legge elettorale.
La sensazione, però, è che Casini, che questa mattina ha incontrato il premier Mario Monti, intenda tenersi le mani libere fino all'ultimo momento utile, voglia cioè decidere all'ultimo istante possibile come e con chi presentarsi al voto.
Questo atteggiamento gli permette di non precludersi alcuna possibilità, di parlare d'altro, di cose di governo, piuttosto che di formule e alleanze, di continuare a costruire l'immagine dell'Udc come partito centrale del governo e del futuro di Monti (e di alcuni suoi ministri). Poi, quando proprio sarà costretto, deciderà. Deve però stare attento ad azzeccare i tempi. Vedremo.