Com'era prevedibile la foto di Vasto è la base di partenza del nuovo centrosinistra. Pierluigi Bersani prima ha presentato la carta d'intenti del Pd e subito dopo ha ottenuto l'ok di Nichi Vendola, cioè di Sel, a un'alleanza che si apra al dialogo con l'Udc. Questo dimostra che il Partito democratico è la forza politica meglio attrezzata per andare al voto anticipato e più tentata dal provocarlo.
Ma nella fotografia c'era anche il padrone di casa di Vasto? Ecco, Antonio Di Pietro. Si è sempre pensato che fosse Vendola il problema maggiore nel dialogo con l'Udc, in realtà è proprio Tonino a essere un macigno enorme sulla via del nuovo centro-centrosinistra. Del resto Di Pietro ha anche una sua exit strategy, o almeno crede di averla, nell'alleanza con il Movimento 5 stelle, ammesso che il suo partito, l'Italia dei valori, sopravviva a una simile "deriva", come l'ha definita Vendola.
Già, perché a dare l'ultimo avvertimento all'ex pm diventato politico antipolitico è stato proprio il governatore della Puglia, il quale sembra dire a Tonino: se ti moderi, non attacchi più il Quirinale e non occhieggi troppo a Beppe Grillo, porte aperte; se no, ciao. Di Pietro ci sta pensando su. Anche perché per Bersani, che ora ha in mente soprattutto il dialogo con Casini, la questione è chiusa o quasi: «Di Pietro e l'Idv hanno fatto la loro scelta, mi pare che abbiano preso ormai la loro strada…».
Il tutto, però, non fa i conti con Pierferdinando Casini. Il leader dell'Udc ha interesse a tenersi le mani libere fino all'ultimo momento possibile. Ha interesse a dialogare con quella parte del centrodestra (vedi Mariastella Gelmini sul Foglio di oggi) che gli propone di dar vita a una forza liberale, moderata, montiana, popolare europea, e contemporaneamente ad avvicinarsi al nuovo nascente centro-centrosinistra. All'ultimo momento dirà sì a qualcuno, a meno che nel frattempo non si creino le condizioni per un polo o una coalizione nuova e alternativa a quelle del passato più o meno recente.
Oggi, con Silvio Berlusconi (ri)disceso più o meno in campo, appare più probabile che Casini dica sì al centro-centrosinistra, ma molto può ancora succedere, soprattutto visto che il Pd ha messo nero su bianco nella sua carta d'intenti il riconoscimento delle coppie di fatto, anche quelle composte da persone dello stesso sesso: tema ostico per l'Udc, il suo elettorato e i suoi sponsor forti.
Comunque, rimesso un po' ordine nel suo campo, Bersani inizierà nei prossimi giorni a sondare (dialogando) Casini e il suo centro. Si vedrà. Il Pd quindi il suo lavoro lo sta facendo. Nel centrodestra è per ora tutto più confuso e in divenire. Sullo sfondo, intanto, restano le possibile sorprese, i possibili outsider da sempre sul punto di scendere in campo o in pista, e le tante ipotesi di Liste Monti in lavorazione.
Ps. Pare che al sentire le parole "Il Polo della speranza", nome proposto per il patto tra Pd e Sel, Bersani abbia detto: "Mi pare un bel titolo". Non è chiaro se stesse scherzando, ma si spera per lui di sì: già si possono immaginare gli scherzi virali…