Su, dai, che il caldo di agosto sta per finire. Intanto pero’ l’atteggiamento del Partito democratico ricorda sempre di piu’ la risposta che la mitica Pina dava a Fantozzi. Chiedeva il ragioniere: “Pina, tu mi ami?” e la sventurata rispondeva: “Ugo, io ti stimo moltissimo”. Eccola qui “la non sfiducia” evocata dall’ex ministro Giuseppe Fioroni e riportata da Maria Teresa Meli sul Corriere della sera.
Nel frattempo pero’ oggi l’accordo sulla legge elettorale si fara’, ma i tempi si allungano. Ma come? A portata di mano, dietro l’angolo, entro il 29 agosto, ci siamo? Parole, parole, parole.
A proposito di parole bisogna stare attenti ad alcuni termini a doppio taglio politico. Per esempio, e’ notorio che quando un governo incomincia ad avere il fiato un po’ corto s’inizia a parlare di “fase due”, ma quando spuntano concetti come “task force” per l’attuazione delle cose da fare o peggio “cabina di regia” vuol dire proprio che la polvere nella clessidra sta scendendo piu’ velocemente.
E allora che si fa? Torna Batman, torna il chinotto, solo io non posso tornare? Pare abbia detto Silvio Berlusconi. Buona la bat-battuta, ma anche in materia di ritorni (in Parlamento) non va dimenticato il peso delle parole. Dice il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, a proposito dell’accordo che si fara’ ma i tempi si allungano sulla legge elettorale: “Un terzo dei parlamentari va scelto con i listini bloccati”. E perche’? “Senza di essi una serie di parlamentari di alto livello non entrerebbe in Parlamento”. Eh, appunto… Ma l’alto livello chi lo decide? Almeno l’eventuale basso consenso lo dovrebbero stabilire gli elettori no? Diciamo che si possono trovare spiegazioni migliori per difendere una qualunque legge elettorale, ma e’ agosto, e’ ancora agosto, e come si sa tutto dovrebbe succedere a settembre, massimo ottobre, quando fa meno caldo.