Truman – Scandalosamente bello

Dalla Domenica del Sole 24 Ore del 26 agosto 2012

“Scandal” dunque parla di politica ed è la più bella serie televisiva del genere “West Wing” dopo “West Wing”. E’ stata ideata da Shonda Rhimes e va in onda negli Stati Uniti su Abc. Ha qualcosa di “The Good Wife”, perché sono le donne a risolvere i problemi e a sopportare i pasticci dei maschi. Ha ovviamente qualcosa anche dello stesso “West Wing”, perché è protagonista pure il presidente degli Stati Uniti, ma questa volta i problemi si risolvono fuori dalla Casa Bianca. Ha qualcosa dell’Aaron Sorkin di “The Newsroom", perché, mentre si risolvono i guai e si affrontano le sfide del lavoro quotidiano ad alta quota del potere, si soffrono travagli d’amore, di vero amore. Ha qualcosa di qualcos’altro, ma “Scandal” è davvero nuovo e questo è il suo bello. A parte che anche soltanto la colonna sonora vale il costo del biglietto, state attenti a non fare incetta dei sette episodi della prima stagione: potreste volerli vedere tutti in una notte senza soluzione di continuità. E’ la storia della carismatica Olivia Pope che, un po’ come il tarantiniano Mr. Wolf, di professione risolve problemi, problemi, problemi legali (“siamo avvocati ma non siamo uno studio legale”), problemi di privacy da preservare, reputazione da conservare, soprattutto stampa da tenere a bada. E’ la storia di una giovane e impaurita avvocatessa che si ritrova, e non sa nemmeno perché, tra squali assetati di risultati per i loro clienti, anche se loro preferiscono definirsi “gladiatori” in vestiti eleganti. Tutti i personaggi sembrano giocare ad abbattere ogni tabù moralistico per vedere l’effetto che fa sul volto della giovane avvocatessa. In realtà è il principio più o meno machiavelliano della separazione delle carriere tra politica e coscienza a buon mercato. Dialoghi alla velocità della luce anche se è spesso notte. Quando arriva l’eroe di guerra che forse ha ucciso la fidanzata, “noi in questo momento siamo i giudici, la giuria, i media e la pubblica opinione”. La squadra dei gladiatori – la squadra ritorna sempre nelle serie tv di nuova generazione – non ha famiglia, scrupoli ma nemmeno cattiveria. “Una sola regola: non mentire”. Olivia Pope continua a dire al presidente che non lavora più per lui, ma in realtà tiene su la sua presidenza. Lo chiama perfino in diretta tv, mentre lui passa davanti alle telecamere, per farlo voltare e vedere, in perfetto stile “Lie to me”, se dice la verità o no. Il presidente fa aspettare addirittura Nicolas Sarkozy se vede rabbia negli occhi di lei. Il filo conduttore è quello di una ragazza che ha lavorato alla Casa Bianca, poi si è dimessa e infine ha tentato di togliersi la vita. Ma la parte più affascinante della trama è quella che non si può dire perché ha a che fare con i sentimenti, anche con quelli del “leader del mondo libero”.

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