Il principio del lavoro da finire, da Obama a Monti

Nella politica americana vige un principio non codificato che forse salvera’ il presidente Barack Obama, il principio del “lavoro da finire”. Quasi sempre un presidente ottiene dagli elettori un secondo mandato non tanto perche’ ha soddisfatto del tutto la maggioranza dei suoi concittadini, ma perche’ gli americani ritengono che non sia bene lasciare il lavoro a meta’, perche’ “right or wrong it’s his job”.
Questo principio forse non ha profonde spiegazioni politologiche ed e’ ovviamente in attesa di una sempre possibile smentita, ma e’ il segno che la democrazia americana comunque agisce e permette alle sue istituzioni di agire. Se si vuole che il presidente finisca il suo lavoro, infatti, significa implicitamente che per i primi quattro anni ha lavorato e che, tra errori e cose giuste, comunque ha fatto delle cose all’interno di una visione. Per questo puo’ meritare di portare a termine il tutto, per poter poi essere giudicato, dalla storia, nel pieno del suo (doppio) mandato. Ecco perche’, da qui a novembre, lo staff di Obama ripetera’ il mantra di questo principio: c’e’ un lavoro da finire.

Ps. Nel bene e nel male, per dire che va finito o che dev’essere fermato prima che finisca, forse per la prima volta questo principio fa la sua comparsa da noi sotto forma di interrogativo, il che vuol dire che, right or wrong, il governo in carica, almeno nei suoi primi mesi di vita, ha lavorato.