Ecco, proviamo a tirarci su il morale, raccontiamo Willy Brandt

Ecco, proviamo a tirarci su il morale politico guardando altrove, pensando a Willy Brandt. Dunque, la mia provocazione che non voleva ovviamente avere alcun valore storiografico, ma partiva da un dubbio nato in una chiacchiera tra colleghi ha sortito una sorpresa. Bella.

La prima risposta alla mia richiesta di aiuto: Provocazione / AAA, cerco leader sinistra europea che ha fatto storia positiva del XX sec. è stato un immediato e, nel nostro piccolo, corale: "Willy Brandt". Il che è sorprendente per varie ragioni. Primo, non pensavo restasse così tanto e così a tanti, sempre nel nostro piccolo, nella memoria. In più, è tedesco. E gli italiani non hanno mai mostrato forte afflato simpatetico-politico, e neppure interesse, nei confronti dei leader e della politica tedesca.

Però mi resta il dubbio. Ha fatto cose storiche? Ha davvero inciso nei fatti, oltre ad avere lasciato di sé il ricordo e l'immagine di un leader perbene, intelligente e visionario? Tra cent'anni quanto si parlerà di lui in un ipotetico libro di storia del '900? Quanto si parlerà ancora di lui, in positivo?

Aiutatemi, creiamo una biografia politica di Brandt. Qui e ora. Da usare in quel libro di fra cent'anni. Se vi va.

  • istroveneto |

    Mah. personalmente non so capacitarmi come i tedeschi possano accettare che i russi, i polacchi e i cechi abbiano potuto annullare la loro presenza nella prussia orientale, nei Sudeti e a Praga. Anche mettendo sul piatto la tragedia nazista, e’ stato un genocidio in piena regola, pagato non con la perdita della sovranita’ ma con brutale cacciata di milioni di persone. Se fossi tedesco, credo me ne ricorderei anche fra cinquecento anni.

  • sinapsi81 |

    Sicuramente l’Ostpolitik è stata una svolta storica, almeno per i tedeschi che vivevano la guerra fredda nel cortile di casa.
    Risolvere la questione polacca dei confini (che avevano portato alla guerra…) non era cosa da poco.
    Lo sapete che ancora oggi in Polonia i vecchi hanno paura che tornano i tedeschi a rivendicare le terre??
    Perfino nel vertice del 2007 sul trattato di Lisbona avevano ritirato fuori la questione….

  • enver |

    La sua opera, come quella di tanti, andrebbe contestualizzata al set and setting. Una nazione sconfitta, annientata e divisa, la presenza straniera nel proprio territorio, i blocchi: eppure la SPD -Brandt era sindaco di Berlino Ovest allora- fu il primo partito di sinistra europeo a candidarsi al governo, dopo Bad Godesberg, con un programma che oggi verrebbe definito riformista contro la tradizione massimalista, che nei Paesi di matrice latina sarebbe stata superata solo molti anni dopo. Fu il primo cancelliere a riconoscere i torti immani della Germania nei confronti della Polonia e pose fine alle interminabili querelle sul confine orientale, dando al contempo il via a una Ostpolitik di relazioni politiche, diplomatiche e financo commerciali con le nazioni del Patto di Varsavia. Da presidente dell’Internazionale Socialista, che resse a lungo, favorì l’integrazione progressiva delle forze in smottamento dalla prospettiva comunista, fino all’ingresso del PDS italiano. Quindi sicuramente lungimirante e visionario verso l’avvenire, con forte senso della storia e del passato da non ripetere (Weimar etc): in pratica quello che manca oggi, probabilmente, al centrosinistra italiano. Anche se non so, per l’appunto, quanto sarà ricordato decisivo il suo ruolo fra un secolo.

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