Curioso e significativo che, secondo il sondaggio pubblicato oggi dalla Stampa, il Partito democratico con Matteo Renzi candidato premier prenderebbe il 33 per cento dei consensi, esattamente la stessa percentuale ottenuta dal Pd con Walter Veltroni candidato premier nel 2008.
Curioso e significativo che, leggendo i giornali, siamo passati dai retroscena in cui Silvio Berlusconi (s)parlava a destra e a manca del suo partito e dei suoi colonnelli ai retroscena in cui i suoi colonnelli, come Angelino Alfano, (s)parlano a destra e a manca di Silvio Berlusconi. In attesa ovviamente delle smentite.
Curioso e significativo che in Lombardia quelli più propensi a fare le primarie siano nel centrodestra piuttosto che nel centrosinistra. Se Pippo Civati aspetta ancora un po' a candidarsi alle primarie, chiedendole (convincendosi del fatto che, spesso, il primo che fa una cosa vince), l'inerzia del Pd milanese potrebbe deviare verso una scelta di minor rottura rispetto agli schemi tradizionali, cioè quella del segretario provinciale, Roberto Cornelli, mentre anche il segretario regionale, Maurizio Martina segue da vicino la vicenda, ovviamente.
Curioso e significativo che chi andrà a votare le primarie finirà – Garante permettendo – in un albo pubblico, ma chi firma per presentare una candidatura pare di no.
Curioso e significativo – oggi queste due parole non riesco a togliermele di testa – che Mario Tronti scriva sull'Unità: "Non basta che Bersani vinca, è necessario che Bersani vinca al primo turno". Ha ragione. Per certi versi lo scenario peggiore per la tenuta e poi il successo del Pd in particolare e del centrosinistra in generale è una vittoria al primo turno di Matteo Renzi ma con un successo al secondo turno di Pierluigi Bersani. Certo, anche una vittoria risicata di Bersani, al secondo turno, porrebbe problemi di tenuta. Insomma, Bersani deve vincere e vincere molto bene, altrimenti il vero vincitore sarebbe un altro.