La data è tratta, il predellino al contrario di Berlusconi

Questa volta non è tattica, questa volta è un fatto. C'è perfino una data. C'è perfino una nota ufficiale, anticipata dal Foglio quotidiano diretto da Giuliano Ferrara.

Dopo mesi di incertezze e allusioni e voci e mezze promesse, Silvio Berlusconi fa il suo predellino al contrario, cioè fa un vero passo (vero!) indietro – scomparire politicamente non può, ne sono consapevoli perfino i suoi avversari – e lo fa con queste parole scritte in una nota ufficiale (no retroscena, questa volta, né battute a una trasmissione tv): "Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà, sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni".

Così Berlusconi fa l'unica cosa che ancora poteva fare per esercitare la sua leadership, il colpo di teatro (quasi) risolutivo, e per proteggere parte della sua storia, cercando di garantire la sopravvivenza del suo partito: decidere il metodo con cui legittimare il suo successore. E il metodo prescelto non poteva che essere quello delle primarie, il modo peggiore per risolvere i problemi di una forza politica e di una coalizione esclusi tutti gli altri.

Berlusconi non poteva e non può indire primarie di coalizione, perché in questo momento una coalizione dello schieramento moderato non c'è o almeno non ha ancora la forma di un'alleanza elettorale per le politiche del 2013. Se lo avesse fatto, lo avrebbero criticato dicendo: decida per il suo partito, per noi decidiamo noi. Ma è chiaro che se da parte di esponenti e/o forze politiche del centro e del centrodestra giungessero manifestazioni di interesse nei confronti di primarie di coalizione, avendo il Pdl già un segretario, Angelino Alfano, non sarebbe difficile immaginare come da primarie di partito si possa passare a primarie di (nuova) coalizione. La trattativa con le altre forze politiche sul punto si sta per avviare.

Però Berlusconi, per dare credibilità (o almeno verificabilità, mi scuso per il termine orribile) al suo gesto, suggerisce – notare il verbo, come a dire: da subito mi acconcio nel ruolo di consigliere "dei giovani" – una data, quella del 16 dicembre. Un altro riferimento da notare è quello all'amore per l'Italia che richiama il famoso discorso della discesa in campo: "L'Italia è il paese che amo".

Berlusconi sapeva e sa di essere ingombrante in qualunque trattativa con il centro e con i possibili nuovi leader del centrodestra, quelli che già sono in politica e quelli che possono entrarci. Sapeva e sa che Angelino Alfano, comunque, aveva e ha bisogno di una (ri)legittimazione in vista delle elezioni, esattamente come accade nello schieramento avversario. Sapeva e sa di essere ingombrante al punto da frenare le ambizioni e le aspirazioni dei colonnelli che sognano un futuro da generali, sempre comunque un po' all'ombra del padre nobile. Sapeva e sa che se non avesse fatto una mossa lui, e questo era il suo momento x, la sua coalizione e il suo partito si sarebbero via via estinti per consunzione. Sapeva e sa che molti ancora non gli crederanno, ma fissando una data il tutto diventa più credibile, per lo meno verificabile, appunto. Sapeva e sa che toccava a lui, ancora una volta, spiazzare e mettere la palla al centro. Lo ha fatto. Il tempo giudicherà il grado di efficacia e di convinzione. Certamente, però, ora molti alibi non sono più a prova di bomba. Al centro e nel Pdl è il momento delle decisioni.

Perché adesso, passato l'attimo x del Cav. e fissata la data x delle primarie, tocca agli altri, tocca a quelli che finora hanno giocato di sponda, hanno usato la tattica, hanno avanzato distinguo, hanno sfruttato i retroscena piuttosto che entrare in scena. Ora si vedrà chi ha il coraggio di candidarsi, il coraggio di avanzare un progetto, il coraggio anche di rischiare, di andare a vedere se si tratta di un bluff.

Ps. I dati più significativi da tenere d'occhio nelle prossime ore sono: le dichiarazioni del leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, e i nomi dei primi candidati alle primarie del Pdl. Vedremo.

  • orike |

    La Berlusconi figlia provvede a segnalare che quello del padre non è un addio. E subito le diciamo che non ne abbiamo mai dubitato nemmeno per un momento – tant’è che la bottiglia è ancora chiusa in frigo in attesa dal “gran giorno” -. Il Berluconi padre, che ama l’Italia, ha già da gran tempo apprestato adeguate mosse per vedere di rimettere in sesto la sua corsa al Colle – la vera, unica meta – e, per rinfrancarsi, tappa topo tappa nello sforzo sovrumano, di quando in quando abbisogna di dare in una sorta di escandescenza che lo scarichi dall’eccesso di caldo impegno e lo rimetta sereno in pista: ecco, quella del “gesto responsabile”, altro non è che un’escandescenza; sicchè, ora ripresosi, l’atleta del “non abandono” prosegue nella sua rincorsa all’agognata meta.

  • Walter |

    Ora spero che Pierferdinando dia l’apertura della nuova fase di cui parlava quando ci fu il caso FLI. Berlusconi doveva fare un passo indietro e lui si sarebbe reso disponibile. Ora lo deve fare se vuole essere coerente e credibile. Alla gente dei tatticismi importa il giusto. Altrimenti siamo alle solite.

  • Walter |

    Ora spero che Pierferdinando dia l’apertura della nuova fase di cui parlava quando ci fu il caso FLI. Berlusconi doveva fare un passo indietro e lui si sarebbe reso disponibile. Ora lo deve fare se non vuole essere coerente e credibile. Alla gente dei tatticismi importa il giusto. Altrimenti siamo alle solite.

  • matteo |

    mah, per fare delle primarie serie serve un partito vero, e il PDL non lo è mai stato

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