Chi maneggia in queste ore i sondaggi si sta accorgendo che uno dei problemi della Lista (e del Polo) Monti è che (per ora) non sfonda a destra, neanche nei giorni del lancio in grande stile della campagna elettorale al chilometro rosso di Bergamo.
Certo, i voti di centro li ricompatta e li rimpolpa. Sicuramente qualche parte dell'elettorato moderato di centrosinistra può essere tentato dall'abbandonare il fronte progressista formato dall'asse Bersani-Vendola per dare la propria preferenza, in cabina elettorale, al movimento che in fondo raccoglie mondo Acli, area Sant'Egidio e un po' di Cisl, insomma parte della tradizione del cattolicesimo democratico.
Ma a destra, per ora, il centro non sfonda. In Lombardia si coglie qualche segnale in più in questo senso perché la candidatura di Gabriele Albertini alla presidenza della Regione e al Senato fa un po' di effetto traino, nonostante la forza del candidato leghista, Roberto Maroni. Ma nel resto d'Italia i numeri dei sondaggi restano più o meno sempre gli stessi per la Lista Monti.
Tutto ciò conferma quanto scritto nei giorni scorsi sul Sole 24 Ore da Stefano Folli e cioè che l'idea che esista un accordo con Monti per il dopo-voto è utile a Pier Luigi Bersani, ma non al premier. Per questa ragione anche esponenti di solito duri contro Monti e la sua agenda, vedi Stefano Fassina e lo stesso Nichi Vendola, negli ultimi giorni hanno fatto aperture al dialogo con il premier.
Come se non bastasse, ci si è messo anche il Financial Times, che ieri, per correggere il tiro del precedente atto d'accusa di Wolfgang Munchau, ha accomunato Monti e Bersani nel suo giudizio positivo sulla credibilità dei leader.
Monti, comunque, sembra voler andare dritto per la sua linea, una linea tesa a dimostrare, anche in Europa (di qui il gioco di sponda con il Ppe), che un altro schieramento liberal-popolare è possibile. Si possono leggere in questo senso anche le ultime dichiarazioni sul non pericolo comunista nel Pd, sul Romano Prodi per cui "ho avuto molta simpatia" e sul voto a liberali e repubblicani in passato.