#Napolitano e il governo dei sogni

Ho fatto un sogno. Mi sono svegliato una mattina e il Parlamento in seduta comune eleggeva a larga maggioranza Anna Maria Cancellieri presidente della Repubblica. Stimato servitore dello Stato, prima donna, gran discorso d'investitura, applausi da quasi tutti gli scranni del Parlamento.

Il presidente Cancellieri, avviate e concluse subito le consultazioni, in una giornata una, assegnava l'incarico al senatore Giorgio Napolitano per un governo con pochi ma precisi punti di programma: riforma della legge elettorale in senso uninominale maggioritario a turno unico o doppio, riforme istituzionali più urgenti (funzioni di governo e Camera delle autonomie senza bicameralismo perfetto), soluzione di problemi impellenti per ridare fiato all'economia e favorire la crescita, ristabilimento di un minimo di credibilità della politica e di fiducia nelle istituzioni più politiche.

Il senatore Napolitano consultava in un pomeriggio uno tutti i partiti. Le tre principali forze politiche (più) tradizionali, colta la gravità del momento e compreso lo spirito dell'esecutivo, sceglievano di mettere a disposizione del governo i loro migliori esponenti politici, i migliori, per dare vita al miglior esecutivo possibile composto da tecnici della politica.

Nel giro di una settimana dal conferimento dell'incarico il governo Napolitano otteneva la fiducia di entrambe le camere e il presidente del Consiglio nella replica di chiusura del dibattito parlamentare prometteva di portare a termine il suo incarico per tornare al voto nel giro di un anno o due, magari anche in concomitanza con le elezioni europee del 2014.

  • enver |

    e poi ti sei svegliato.

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