Perché sì, se il Pd prende la direzione giusta

Il programma è quello dei saggi, con qualche aggiunta. I ministri possono essere solidi, esperti, i migliori. La maggioranza può essere una delle più larghe della storia, da Fratelli d'Italia a un "no, ma" di Nichi Vendola. Il presidente garante e facilitatore è il migliore possibile. Il premier è quello predestinato da un po'.

Il Partito democratico ha tempo per trovare una nuova identità e rinnovarsi. Scelta civica ha tempo per scegliere da che parte stare e alcuni esponenti montiani saranno tentati dall'andare a ingrossare le file nuove del Pd. Il Pdl ha tempo per rafforzarsi e rinnovarsi, mentre il suo leader storico potrà godersi il seggio senatoriale da padre nobile del centrodestra, perfino un po' pacificato con l'Italia che non lo ha amato, anzi lo ha odiato sempre. Il Movimento 5 Stelle ha tempo per ridimensionarsi. La Lega nord ha tempo per trasformarsi. La nuova sinistra radicale, se proprio vuole, può organizzarsi, con qualche ingresso dei (pochi) fuorusciti dal Pd e magari con un ex ministro del governo tecnico.

La politica, perfino in Italia, è semplice. Può scegliere vie tortuose, può dilettarsi con ghirigori sanguinosi, ma alla fine arriva al punto. E a capo.