Qui di seguito il testo della lettera con cui Gianni Cuperlo, il candidato piu’ sotto traccia ma costante alla guida del Pd, scrive ai colleghi parlamentari e annuncia che parte di Marte. A breve, su Danton, la risposta a stretto giro di appuntamenti dei bersaniani che marcano stretto Cuperlo (e soprattutto D’Alema): segno che gli ex Ds sono tutt’altro che compatti nel lavorare al futuro del Partito democratico.
“Care colleghe e cari colleghi,
il congresso del Pd nei fatti è già cominciato. La Commissione sulle regole sta discutendo tempi e procedure. Ma la cronaca, i diversi documenti e contributi già promossi e soprattutto il confronto in tanti nostri circoli sono, ciascuno a suo modo, segnali della voglia di ragionare, ascoltarsi e decidere. Tutto questo avviene nel mezzo della crisi che sappiamo e in un clima politico che non è reso più sereno dalle vicende giudiziarie degli ultimi giorni. Alle spalle abbiamo mesi difficili: la delusione nel voto di febbraio, i giorni tormentati sulla presidenza della Repubblica, la nascita del governo Letta che sosteniamo con tutta la nostra lealtà e autonomia. Il voto amministrativo è stato molto più che una boccata di ossigeno, anche se l’astensione enorme è un dato sul quale riflettere seriamente. Nonostante tutto, in tanti resistono, reagiscono, provano a ripartire. Noi abbiamo un senso se stiamo con loro e questo vuol dire cambiare quanto va cambiato perché la perdita di prestigio riguarda anche ciascuno di noi e sarebbe un torto rovesciare le colpe sulle spalle di uno. Per parte mia continuo a pensare che abbiamo le risorse per superare il passaggio più complicato e tornare a vincere nel Paese. In questa cornice, nelle settimane passate, mi è stato chiesto di dare una mano accettando di fare una cosa tra le più impegnative che possano venire in mente: discutere le ragioni del nostro partito e candidarsi a guidarlo per una fase. Ho ascoltato la richiesta e soprattutto ho un rispetto profondo per le intelligenze e passioni che vivono oggi nel Pd. E allora, per valutare quella proposta mi è parso doveroso provare a tracciare alcune linee di un partito popolare e democratico per l’Italia dei prossimi anni. L’ho fatto senza presunzione, pensando fosse un modo utile per ‘ripartire dalla politica’. E alla fine decidere. L’ho fatto anche perché credo sia tempo di andare oltre le nostre paure. In fondo, la crisi è terribile ma ci restituisce la cronaca di un’Europa e di un mondo che stanno mutando volto, natura, pelle. Farsi protagonisti di questo cambiamento potrebbe spingere le ultime generazioni a pensare che la storia, almeno quella con la minuscola, per una parte dipende anche da loro. Il Congresso deve offrire a tutto questo risposte chiare e piattaforme limpide che investano i principi e il nostro modo di essere. Per riuscirci servirà la presenza più larga di iscritti, militanti, elettori chiamati non solo a un gazebo, ma a dire cosa sperano per il nostro avvenire. Prima di rendere pubblici questi ‘appunti’ e soprattutto per raccogliere da parte di chi vorrà farlo idee e critiche, mi piacerebbe ‘raccontarvi’ la traccia di questo contributo. Non saprei neanche io se definirla una riunione o una chiacchierata. So però che, al di là di appartenenze fin troppo rigide, ha un senso rivolgere questo invito a tutte e tutti voi, sperando sia il modo per ‘parlare’ alle persone prima che alle rispettive correnti. Con questo spirito, se avrete il tempo e la voglia, vi propongo di vederci Martedì 2 luglio alla Sala Berlinguer del Gruppo PD alla Camera alle ore 20.30.
Un caro saluto e grazie.
Gianni Cuperlo”.
In arrivo la risposta dei bersaniani…