Ma chi l’ha detto che il Pdl vuole le urne (subito)?

Ma chi l'ha detto che Silvio Berlusconi vuole andare subito alle urne?

Qualche giorno fa Renato Schifani, presidente dei senatori del Pdl, ha detto che il suo partito, in caso di voto (del Pd) per la decadenza dal seggio senatoriale per Silvio Berlusconi e dunque della conseguente – secondo il Pdl – uscita del suo gruppo dalla maggioranza, auspicherebbe un ritorno alle elezioni, ma sarebbe anche pronto ad andare all'opposizione.

La frase, detta così, può anche essere soltanto di prammatico rispetto istituzionale verso il potere di scioglimento delle Camere attribuito al presidente della Repubblica, e a nessun altro, ma nasconde anche una tentazione.

Nel Pdl c'è chi pensa che un eventuale periodo di opposizione, breve, a un'eventuale maggioranza necessariamente abborracciata con transfughi di qui e transfughi di là potrebbe addirittura essere auspicabile e profittevole in termini di raccolta di consensi elettorali in vista delle europee e, magari, quanto prima, anche alle politiche.

Pure la strategia di denuncia dell'accerchiamento e di esclusione forzosa dalla vita politica, messa in campo dai berlusconiani in difesa del loro leader, ne uscirebbe rafforzata. Lo splendido isolamento, dunque, potrebbe essere, secondo alcuni esponenti del Pdl, un buon viatico elettorale e soprattutto un buon modo per tenere unito il Pdl attorno al suo capo.

C'è però tutto il resto, oltre la tattica: il paese, la decadenza, le aziende, i mercati, il dossier siriano, eccetera. Vedremo.