Caro Pd, raccontami una storia

L'avvento dei social network ha rivoluzionato due dei principali paradigmi della comunicazione politica e dell'informazione. Prima, ovviamente in estrema sintesi, la comunicazione politica e l'informazione dei mass media si basava su due pilastri: l'evento (o il prodotto) e la massa.

L'evento, nel caso della politica, era il congresso, il talk show, il comizio, il giorno del voto, lo sciopero, la manifestazione di piazza. La massa era il gruppo precostituito di riferimento, l'insieme indistinto ma preciso nel sendo di "individuato" e "individuabile" di elettori/lettori. Il prodotto era il singolo medium, il giornale, il gr, il tg, il documentario, il magazine.

L'avvento dei social network sta via via trasformando la comunicazione politica e l'informazione in un processo che si rivolge non più a una massa precostituita ancorché indistinta, ma all'individuo, o meglio, a una moltitudine di individui collegati in rete tra loro a seconda di N variabili che li uniscono e li dividono su più livelli e in più campi. Perché i social media frantumano le masse in gruppi dinamici che interagiscono tra loro.

Se l'informazione e la comunicazione politica diventano un processo, assume sempre più rilevanza la scena, la trama, il format, il filo conduttore del processo stesso, del film. In poche parole la comunicazione politica e l'informazione tornano all'origine, al "raccontami una storia", con il corollario internettaro del "rendimene partecipe".

Per raccontare una storia ci vogliono più o meno: un protagonista, una messa in scena, una trama e possibilmente un lieto fine. Prendendo per esempio il Partito democratico si potrebbe dire che stia qui il problema: sembra proprio che il Pd non ami i protagonisti e i protagonismi (il mal di capo è infatti storico), rifugga dalle messe in scena (eppure i leader sul camper, sul pullman e al Lingotto non sono poi andati così male), dalla trama (ora le primarie, come gara, sono vissute spesso più come un problema che come una storia da raccontare) e soprattutto il Pd sembra avere una vera idiosincrasia per il lieto fine, semmai preferisce spesso mettere al centro della propria narrazione il cosidetto "cattivo", l'avversario, così innalzandolo.

La rete è un fiume – Spunti di politica 2.0