Perché Berlusconi non teme affatto di andare all’opposizione

Come anticipato qui (Ma chi l'ha detto che vuole andare alle urne subito?), Silvio Berlusconi sa che c'è del consenso da ricostruire dalla sua parte, che le Europee sono il prossimo, certo banco di prova del suo resistere politico a ogni questione giudiziaria a ogni decadenza possibile (le politiche per ora sono solo un'ipotesi), che la rinascita di Forza Italia ha proprio questo come preciso obiettivo strategico: una campagna elettorale all'insegna dello scetticismo eurostanco e arrabbiato e del dàgli alla Germania di Angela Merkel sotto le insegne di un partito nuovo ma vecchio che ha nel nome il nostro paese.

Dunque, per fare tutto ciò, serve tempo e per farlo con qualche chance di successo nella raccolta del consenso non è bene stare al governo, in tempi di sacrifici e con le tasse che nel 2014 cambieranno nome, ma non ancora peso, più comodo e facile stare all'opposizione. Se poi all'opposizione ci si va con la possibilità di dare del "traditore politico" a qualcuno lo schema di gioco riesce perfino meglio, pensa il Cav.

Per queste ragioni, a parte le preoccupazioni per sorti personali, Berlusconi ha le idee chiare sul da farsi e quasi nulla da perdere dal punto di vista politico in qualunque scenario. Anche perché vuole intanto cercare e selezionare le nuove leve, magari per preparare un'eredità pure politica da lasciare a un altro, più probabilmente un'altra, Berlusconi