Chi vuole davvero la scissione del Popolo della libertà? Facile, quelli che non avrebbero più alcuno spazio politico in un Pdl in qualche modo ricomposto a unità, insomma quelli che agli occhi di Silvio Berlusconi e dei berlusconiani doc hanno "tradito" troppo, ovvero quelli che sono più attratti dalla sirene di un chimerico progetto di nuova Democrazia cristiana, le cui voci sono rafforzate dalla lite in casa Pd sul tenere o no a Roma il congresso del Partito socialista europeo.
Qualche nome? Roberto Formigoni, Carlo Giovanardi, Beatrice Lorenzin, perfino l'ex socialista Fabrizio Cicchitto (troppo forti le liti recenti), forse anche l'ex radicale Gaetano Quagliariello. E' un problema anche di futuro politico personale di alcuni di questi esponenti politici: sanno che nella Forza Italia prossima ventura, nuove leve selezionate a Villa Cernetto o no, per loro non ci sarà più spazio vero. Sono convinti che comunque a loro conviene costruire una casa nuova perché nella vecchia non hanno più molti amici con cui convivere e collaborare. (E soprattutto il padrone di casa li considera ormai ospiti sgraditi).
A metà strada stanno invece i diversamente berlusconiani, ovviamente il vicepremier Angelino Alfano, che in fondo è riuscito a contenere le liti e gli scontri individuali con berlusconiani doc e continua a mantenere un dialogo aperto con il Cav. Sempre a metà strada, pontieri e dialoganti scaltri, sono i due ministri Maurizio Lupi e Nunzia De Girolamo. Ma anche per chi sta a metà strada – pensa Berlusconi – si sta avvicinando il momento di imboccare uno dei due corni del bivio.