Strana storia quella del mondo arancione milanese, quello che ha gravitato attorno a Giuliano Pisapia, prima candidato e poi sindaco, a Milano. Strana perché troppo apertamente tattica e opportunistica, cosa che proprio dall’indole del gran borghese che piace alla sinistra radicale non ti aspetti. Sì perché prima si è fatta una campagna per convincere il commissario Expo, Giuseppe Sala, a dare una disponibilità di massima a candidarsi, poi si è iniziata la consueta opera di logoramento tanto cara al centrosinistra nei confronti dei propri leader, poi si è fatta una battaglia per avere primarie vere e aperte nel capoluogo lombardo, e questo in funzione anti Sala, visto che il commissario Expo è comunque il candidato più forte alla successione dello stesso Pisapia, e ora? Ora si cerca di non avere più primarie vere e aperte, premendo su Pierfrancesco Majorino perché si ritiri dalla corsa per non dividere i voti arancioni in due, tra lui e la vicesindaco uscente Francesca Balzani, visto che questa divisione spianerebbe la strada alla vittoria (matematica) alle primarie dello stesso Sala. Il tutto appare talmente tattico-opportunistico che risulta sempre più probabile alla fine il ticket che non ti aspetti: Sala-Majorino. Come dice oggi a Elisabetta Soglio del Corriere della Sera Alessandra Kustermann, medico ginecologo molto stimato e ascoltato a Milano: voto Pier ma se si ritira scelgo Sala, anzi mi piacerebbe che i due collaborassero. Tanto sta facendo il fronte arancione contro Majorino che la cosa non appare più così improbabile. Anzi.