Domenica notte si saprà chi sarà il candidato sindaco del centrosinistra a Milano (e nel link precedente c’è il pronostico di Danton). Intanto è già noto il nome del candidato a sindaco del centro (civico), Corrado Passera, che però si è legittimamente (visto il vuoto attorno) presentato anche come il candidato più forte finora in campo nell’area del centrodestra e ha dunque caratterizzato di conseguenza la sua campagna elettorale su temi cari al popolo conservatore e moderato, per esempio la sicurezza. Oggi poi parte anche la corsa ardimentosa, qualcuno potrebbe dire spericolata, in quanto non precostituita al tavolo dei partiti, del giovane avvocato Nicolò Mardegan e del movimento diventato lista civica “Noi x Milano”.
Da domenica notte, però, cioè da quando si saprà chi sarà il candidato sindaco del centrosinistra a Milano, ogni momento sarà buono, per Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Roberto Maroni e altri leader del centrodestra, per annunciare il nome del loro candidato. La tattica ha convinto i maggiorenti del polo di destra ad aspettare di conoscere il nome scelto dallo schieramento a loro avverso prima di annunciare la loro candidatura. Ora, però, il prescelto – per tattica e per strategia – potrebbe spiazzare tutti e conquistarsi subito un bel po’ di punti dicendo: “Ringrazio i leader che mi hanno chiesto di candidarmi, sono disponibile, però preferisco che mi chiedano di candidarmi anche gli elettori di centrodestra, dunque invito Passera, Lupi, Sgarbi, Mardegan, insomma chi ci sta, a partecipare a delle vere primarie. E poi tutti uniti nella gara con il centrosinistra”.
Milano ribadirebbe la sua naturale autonomia rispetto agli scenari politici roman-nazionali. Sarebbe un primo passo nella possibile ricostruzione del centrodestra su basi nuovi e più solide. Potrebbe partire un processo di riunificazione e consolidamento della (fu) coalizione almeno nel capoluogo lombardo. Gioverebbe anche al candidato scelto dai leader dei partiti, soprattutto se costui fosse un esponente della società civile e imprenditoriale come Stefano Parisi. Così infatti il prescelto dimostrerebbe subito determinazione politica (e coraggio) e avrebbe modo di farsi conoscere bene e a fondo occupando lo spazio naturale di una stagione di primarie. Il tempo per farle ci sarebbe, il resto?