- Renzi ha rivinto le primarie del Pd perché negli ultimi anni, riunificando nella sua persona la figura di capo del partito e quella di presidente del Consiglio, ha favorito la nascita di una rete di gruppi, di militanti, di correnti, di blocchi di interesse e/o di potere, di esponenti in grado di innervare il partito ma anche di unire su di sé una discreta base di consenso interno e di opinione pubblica esterna simpatizzante.
- Renzi ha rivinto le primarie del Pd perché le alternative interne, quelle in gara nella stessa competizione appena conclusa, non avevano le stesse caratteristiche di completezza come offerta politica. Orlando ha rappresentato il partito nel senso più tradizionale del termine, è un buon ministro, ma in caso di elezioni politiche generali faticherebbe a dare di sé l’immagine di possibile capo di governo a tutto tondo. Infatti Orlando stesso ha proposto di separare la figura del segretario del Pd da quella del candidato premier, anche nell’ottica di una futura coalizione da creare. Se Orlando ha rappresentato l’anima tradizionale del partito, Emiliano ha scelto di correre dando voce all’anima movimentista, quella un po’ grillina nei modi e nelle idee. Anche in questo caso però la sua offerta politica non sarebbe sembrata completa, in caso di elezioni politiche. Renzi ha dato comunque l’impressione di essere un leader politico più completo, sebbene ormai più tradizionale e non più nuovo.
- Renzi ha rivinto le primarie del Pd perché le alternative esterne, quelle non in gara alla primarie, ma eventualmente in campo alle politiche, non sono ancora chiare e definite. Chi guiderà i 5 stelle alle elezioni? Chi il centrodestra? E quanti schieramenti ci saranno a destra del Pd? Nell’incertezza delle alternative, l’usato più o meno sicuro chiama comunque a votare qualche elettore degli altri schieramenti, soprattutto tra i moderati.
- Renzi ha rivinto le primarie del Pd perché ha trovato un equilibrio capace di far passare abbastanza in secondo piano la disfatta del referendum istituzionale e le pecche del suo governo. Certo, non ha potuto e non può più parlare di riforme istituzionali e nemmeno politiche in generale, ma rivendicando in parte i pro del suo governo è riuscito a non far esplodere i contro. Anche perché il principale antagonista interno, Andrea Orlando, faceva parte del suo governo ed era dunque difficile per lui attaccarne le scelte di fondo, sebbene ci abbia provato sul tema del lavoro e delle leggi connesse.
- Renzi ha rivinto le primarie del Pd perché la paura di un patto tra Renzi e Silvio Berlusconi ha molta presa sull’elettorato più politicizzato e tradizionale di sinistra, ma non nell’opinione pubblica generale, che in tempi di populismi e di paure non vede male in linea di massima alleanze di buon senso per allargare il consenso e per provare a risolvere i problemi.
- Renzi ha rivinto le primarie del Pd perché chi non vuole la vittoria di Beppe Grillo per ora vede soltanto lui come possibile alternativa. Non a caso lo stesso Renzi, nella mozione firmata assieme al ministro Maurizio Martina, ha individuato nell’alternativa di governo al Movimento 5 Stelle l’ispirazione politica (e di comunicazione) principale anche per la partita delle primarie.
- Renzi ha rivinto le primarie del Pd perché i suoi più temibili oppositori, almeno dal punto di vista della presa su parte del partito e dell’informazione, hanno fatto una scissione prima delle primarie e non, semmai, dopo. Il fatto che ci sia il rischio di altre scissioni ora, dopo le primarie, rafforza e non indebolisce la leadership di Renzi. E comunque se scissioni ulteriori ci saranno questa volta saranno uscite alla spicciolata, di persone più che di gruppi.
- Renzi ha rivinto le primarie del Pd perché la sconfitta al referendum istituzionale e l’usura che comunque provoca un’esperienza di governo al tempo della risacca della globalizzazione lo hanno indebolito e dunque agli occhi di chi poteva temere gli aspetti meno liberal-democratici o gli aspetti più rottamatori e/o riformatori del turbo-renzismo delle origini quel pericolo è sfumato di fronte al processo di normalizzazione della stessa leadership renziana.
- Renzi ha rivinto le primarie del Pd perché ha scelto Paolo Gentiloni e perché poi Paolo Gentiloni ha sostenuto Renzi. Il governo di decantazione di Gentiloni è stato il modo migliore per Renzi di superare il governo Renzi, restando l’unica alternativa forte nel centrosinistra per il dopo Gentiloni, l’unica oltre allo stesso Gentiloni, che finora ha dato prova di grande lealtà.
- Renzi ha rivinto le primarie del Pd perché dopo la sconfitta, se non ha lasciato la politica come aveva promesso quando disse: “O cambio l’Italia o cambio mestiere”, ha comunque dato di sé l’immagine di uno che sa soffrire per la sberla presa, ma anche ricominciare e almeno in parte rimettersi in gioco, dopo essersi dimesso da presidente del Consiglio. Certo, ha mostrato ancora una volta forte ambizione (personale) e scaltrezza politica (tradizionale), ma nella sua nuova veste di politico (più) “normale” ora queste doti un tempo neglette gli sono concesse.