Franco D’Alfonso è un assessore importante dell’uscente giunta milanese guidata dal sindaco Giuliano Pisapia. E’ considerato l’inventore/ideologo degli arancioni, ovvero di quel movimento politico a sinistra (ma non troppo) del Pds/Ds/Pd che vide nella vittoria di Pisapia a Milano la speranza, il punto di partenza della rifondazione non tanto della sinistra ma di un centro-sinistra che non avesse i post-dc alla guida e che abbracciasse il perimetro rinnovato della fu Unione prodiana. Le sue idee hanno animato anche un recente pamphlet storico-politologico (Il partito della città, L’Ornitorinco) che ha due meriti: primo, spiega bene la natura milanese del successo di Pisapia; secondo, cerca un filo conduttore riformista nella storia politica secolare del capoluogo lombardo. Beh, Franco D’Alfonso, al Corriere della sera di ieri (pagine milanesi), ha detto alcune cose molto significative che fanno capire presente e futuro della corsa per le elezioni del 2016. In sintesi: grazie alle primarie aperte e vere Beppe Sala non è più il candidato di Matteo Renzi ma è un candidato civico milanese con più chance di vincere (anche perché Francesca Balzani che doveva essere la continuità con la giunta Pisapia ha come principale sostenitore il rivale sconfitto di Pisapia, Stefano Boeri, e non ha con sé gli assessori, che invece stanno con Sala in maggioranza, 9 su 12). Però, se la sintesi può andare bene per intuire non va bene per apprezzare la malizia del gran cultore della politica: parlando di Boeri (e Balzani), infatti, D’Alfonso dà il suo meglio in termini di analisi socio-velenosa: “Mi riferisco a una sinistra molto più centrata sull’io che non sul noi. E’ la politica nuovista a ogni costo, dove non si capisce come facciano a essere sempre nuovi. Sala è stato accusato di essere il direttore generale della Moratti, mentre invece nessuno ha mai accusato Boeri di essere l’architetto della Moratti. E’ una sinistra che distribuisce patenti di bravura autonominandosi migliore degli altri, teorica della sconfitta in sconfitta per arrivare alla vittoria”. Apperò. Ah, comunque c’è anche la spiegazione del ticket – tema caro a Danton – e cioè l’affermazione che “la proposta di sinistra di Majorino debba essere integrata nel programma perché è un pezzo essenziale del centrosinistra”.
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